Un Pisa in caduta libera viene ridicolizzato davanti ai propri tifosi da una Pro Vercelli che, pur in emergenza, si dimostra superiore in ogni parte di campo, annichilendo i neroazzurri arrivati così alla quarta sconfitta consecutiva. Adesso, visti i risultati degli altri campi, la classifica inizia a far paura, soprattutto alla luce del fatto che alcuni “ragazzotti” sembrano molli e involuti.
La partita. Pagliari per la prima volta nella stagione rinuncia agli Under e schiera un Pisa a trazione anteriore, con Tulli esterno di centrocampo e capitan Carparelli a ridosso di Perna. I neroazzurri partono forte e Audel ci prova al 4’ un missile dalla distanza che termina alto di poco. All’8’ però inizia il festival dell’errore: il primo lo regala Raimondi, che cicca il retropassaggio e permette a Martini di scavalcare Pugliesi con un morbido pallonetto. I neroazzurri reagiscono con orgoglio e trovano il pari al quarto d’ora con Buscaroli che sfrutta una sponda di Tulli a seguito di un corner e deposita in rete da pochi passi. La Pro Vercelli va in leggero affanno e il Pisa prova ad approfittarne aggrappandosi all’estro di Genevier, che al 25’ prova il gran tiro dalla distanza e dieci minuti più tardi serve un cioccolatino a Tulli, che si intestardisce
nell’ennesima azione personale finendo con il perdere palla, leit motiv di tutta la sua opaca (eufemismo) prestazione.
L’atto secondo della sagra dell’orrore lo offre Audel al 47’ che prende male il tempo dell’elevazione e permette a Martini di controllare la palla, falla balzare a terra e depositarla alle spalle di Pugliesi. Il tutto con calma olimpica, sintomo di una difesa che oggi non è sembrata all’altezza della Prima Divisione.
Nella ripresa l’Arena spera in una reazione dei propri beniamini, ma saranno invece i piemontesi ad amministrare senza patemi la gara, siglando la terza rete con Di Piazza, che svernicia Buscaroli e fredda Pugliesi e calando il poker con Germano che tutto solo trafigge l’estremo difensore neroazzurro. Finisce con i fischi dei tifosi neroazzurri a squadra e società e, sebbene sia giusto sostenere che un passo (o due) non possono scalfire quanto di buono fatto dai “ragazzotti” nella prima parte di stagione, è altrettanto corretto constatare che adesso il bonus sta finendo, non per cattiveria, ma perché in basso le squadre fanno punti, cosa che sotto la Torre non accade da un tempo troppo lungo.
La chiave. Dopo una gara così la chiave non può che essere il mercato. Il presidente Battini è rimasto a vedere il match fino alla fine, sentendo così i fischi sonori piovuti da ogni settore dello stadio. Restano ancora due giorni per dare un volto a una squadra in forte crisi di gioco e identità, che Pagliari sembra non riuscire a rianimare. E adesso i quaranta punti sono l’unico traguardo da raggiungere di un’altra stagione anonima da cercare di archiviare nel migliore dei modi.
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