Carrarese, Gigi Buffon rassicura: “Rimarrò anche in caso di retrocessione”

Gigi Buffon, proprietario e tifoso, ha sofferto per l’ennesima sconfitta della sua Carrarese (1-2 contro la Paganese) ma non si sottrae ai taccuini.

Gigi Buffon

Gigi Buffon

«Stiamo prendendo questa brutta abitudine di perdere e le cose dal punto di vista mentale diventano difficili. Per una squadra che si deve salvare, fare anche il punticino ogni tanto sarebbe importante».

Oggi alla Carrarese sono mancate grinta e cattiveria?

«Non credo. Quando le cose vanno male, non sai perché, ma hai anche una predisposizione congenita a far andare ancora peggio la situazione. Ho visto tutta la gara di oggi e quella col Prato. Alla fine di queste due partite ci si chiede: “Come abbiamo fatto a perdere?”, perché gli avversari tutto sommato non ci hanno preso a pallonate. Oggi abbiamo subìto “un tiro e mezzo” in porta e abbiamo preso due gol. A Prato gli avversari hanno fatto “un tiro e un quarto” e anche lì abbiamo preso due gol. Ci troviamo sempre a dover commentare delle sconfitte, senza poter dire che i nostri avversari sono stati nettamente superiori a noi».

Non credi che servirebbe più rispetto verso la Carrarese da parte della classe arbitrale?

«Oggi ci sono state delle situazioni convulse in area, ma a onor del vero cercare un alibi nell’arbitraggio non sarebbe corretto e giusto nei confronti dei nostri tifosi. In altre partite sicuramente gli episodi fischiati a nostro sfavore hanno inciso molto. E’ anche vero che alla fine, quando hai pochi punti, forse hai anche meno rispetto. Probabilmente il rispetto si guadagna con le vittorie».

Ti aspettavi una stagione così dura?

«Più che dura, per me è un vero dispiacere, perché al di là di tutto eravamo partiti con altri propositi. Col tempo poi, vedendo che alcune cose andavano modificate, le abbiamo migliorate. Adesso pensiamo di avere delle figure di rilievo nella struttura societaria. Parallelamente abbiamo grande fiducia e anche nell’ambito sportivo. Pensavamo che le cose potessero immediatamente sovvertirsi, invece, probabilmente ci portiamo dietro le incertezze dovute all’handicap iniziale. Questo dispiace, perché alla fine probabilmente, al di là che siano stati commessi errori da parte mia, ora ci sarebbero gli ingredienti giusti per poter auspicare una risalita. In questo momento credo sia soprattutto un aspetto psicologico a renderci più contratti e negativi».

Il pubblico comunque continua a sostenere la squadra.

«Si, il pubblico da questo punto di vista è stato unico. Alla fine i tifosi non aspettano altro che vedere una giocata, un dribbling, un gol, per poter far partire cori a sostegno della squadra. Questo gliene va dato atto e merito. Sicuramente, anche se non me lo auguro, non saranno loro a retrocedere. Però credo ancora che alla lunga la squadra si salverà».

Gigi, nel malaugurato caso di una retrocessione a fine stagione, i piani per il futuro cambieranno, oppure si andrà avanti in maniera lineare?

«Non cambieranno assolutamente, figurati se, con l’orgoglio che possiedo, possa mai abbandonare una società dopo una retrocessione. Quello non è assolutamente preventivabile. Anzi, a febbraio abbiamo voluto cambiare qualcosa, chiamando il direttore Turotti e il nuovo allenatore, proprio per non commettere, tra virgolette, “gli errori dell’anno scorso”, quando abbiamo avuto 20-25 giorni per assemblare un po’ tutto. Oggi ci sono queste persone, affinché prendano visione della nostra situazione e in questi 4-5 mesi capiscano come lavorare per poter programmare la prossima stagione (che sia C1 o C2 ndc)».

E’ vero che nel cassetto avete il progetto di uno stadio dei Marmi nuovo (impianto all’inglese da 6-8000 posti, terreno sintetico, centro commerciale)?

«Diciamo che stiamo discutendo anche di altre cose che non siano solo prettamente riguardanti la squadra. Vedremo se ci sono le possibilità finalmente di far partire qualcosa di costruttivo, anche perché la prossima stagione potremo programmarla con più calma».