LIVORNO- E’ una storia, quella di questa promozione, che parte da lontano, parte da quando Piermario Morosini ci ha lasciato. Quel tragico evento ha reso questi giocatori ancora più attaccati a questi colori, sentendosi in dovere di costruire qualcosa di grande per urlare al cielo: Piermario è per te.
Ci sono riusciti tutti, dal primo all’ultimo. Da chi ha collezionato pochi minuti a chi non ha saltato una partita. Dal magazziniere a Davide Nicola, uomo simbolo e vero condottiero amaranto. Sempre deciso e pacato ma mai scomposto, mai una parola detta di troppo, mai una discussione. Ha dato una serenità incredibile ad un ambiente fortemente compromesso dopo un’annata storta e quasi disastrosa, ha rimesso insieme i cocci riuscendo ad inserire grinta e soprattutto convinzione in se stessi. Perchè qualsiasi allenatore avrebbe avuto difficoltà a prendere una squadra come il Livorno, dopo una retrocessione scampata all’ultima giornata. Ma lui no, ha chiesto ed ottenuto delle pedine fondamentali nel suo scacchiere e passo dopo passo ha messo le basi per una squadra solida e mai arrendevole. Ed è per questo che la città si è riunita ancora di più a questa squadra, l’ha sentita sua e se n’è innamorata (più di quanto non lo sia già). Perchè soprattutto nell’ultimo mese non c’è stato quel gioco spumeggiante, ma a Livorno non conta giocare con Messi e Ronaldo, a Livorno conta il cuore. E questi ragazzi non hanno mai mollato. Nemmeno dopo la partita di Modena col Sassuolo, gara che avrebbe distrutto qualsiasi spogliatoio, gli amaranto sono caduti, ancora una volta e si sono rimessi in piedi a camminare e poi a correre, verso la Serie A, verso Piermario Morosini.