No Pepito, no party. Si ringrazi Rinaudo e si continui a testa bassa ad inseguire il terzo posto. Non basta una buona Fiorentina per vincere a Torino. Montella è costretto ad inventarsi la formazione.
Schiera Ilicic al centro dell’attacco e prova a non dare punti di riferimento al Torino con gli esterni pungenti Cuadrado e Joaquin. L’esperimento era quasi riuscito, peccato, perché la macchina gigliata é andata alla perfezione, ma è mancata là davanti, dove si piangono i due infortunati d’oro. Comunque sia le occasioni ci sono state e con un pizzico di fortuna in più, forse oggi la porta di Padelli poteva essere violata. Il Toro è un riccio con una sola spina, Cerci. É l’ex viola, corteggiato anche dalla Juve in questa finestra di mercato, a mettere in apprensione Neto, per il resto Ventura dà tanto ordine alla difesa e stop.
Le palle gol del primo tempo sono tutte viola. Mati è ispirato e su punizione trova pronto Padelli, ma sono Ronciglia, Valero e Joaquin a gettare alle ortiche il possibile vantaggio gigliato. Il difensore argentino, bello il suo duello proprio con Cerci, ci prova al volo, ma manda fuori, lo spagnolo ex Villareal prima tenta il colpo da biliardo mandando a lato di un soffio e poi con un un tiro ravvicinato sfiora il palo. Infine, l’altro spagnolo ex Malaga spreca da pochi passi, dopo un’ottima torre di Gonzalo su corner. Dall’altra parte Neto é sempre attento sui tiri, spesso poco convinti, dell’aitante Cerci.
La ripresa è più brutta, la Fiorentina perde la verve offensiva. I suoi uomini migliori calano fisicamente e il possesso palla asfissiante e ampolloso porta solo un’occasione, sprecata da Yakovenko.
Il Toro é sempre e solo pericoloso di rimessa, Neto nega il gol a Cerci e nel finale Meggiorini manda alto da due passi un cross del tornante di Valmontone. Lo 0-0 finale non è un risultato da buttare per i viola. Davanti, però, corrono, Il Napoli vince e il terzo posto si allontana. Il mercato chiama, servono punte e gol.