Il pranzo indigesto di Montella

Pranzo indigesto per Montella. Lazio corsara, come accade spesso a Firenze. Troppo spesso. La Fiorentina incassa la seconda sconfitta stagionale e la prima casalinga e tornano gli spettri che si erano visti dopo il tris di pareggi con Genoa, Sassuolo e Torino. Lo zuccherino dell’Inter sembra lontano anni luce. La viola di domenica ha palesato le solite problematiche.

IMG_0145-0.JPGTanto possesso palla, fraseggi a centrocampo, ma assolutamente poche idee davanti. Ma se davanti di incontrano punte come Djordjevic e una Lazio in palla, i finali non possono essere sempre a reti bianche come con Genoa e Sassuolo. Alla fine dei salmi in novanta minuti si contano tre occasioni da rete: il colpo di testa di Babacar, il palo di Aquilani e il tiro di Alonso ribattuto. La manovra viola sembra un tunnel che non trova mai fine. Il gol resta una meta lontanissima, irraggiungibile quasi e la percezione di questo dato di fatto è percepibile ad occhio nudo. “La Fiorentina non segnerà mai“. Questa è la frase retorica che serpeggia sugli spalti. Questo è il rebus che Montella deve sciogliere. É vero che perdere Gomez e Rossi non è roba da poco, ma è allo stesso tempo vero che qualche antidoto va trovato per far fronte alla crisi del gol in casa gigliata. La sostituzione di Babacar è apparsa strana. La punta viola poteva anche uscire, ma era l’unico a dare profondità alla squadra e l’unico punto di riferimento per i compagni davanti. L’inserimento di Ilicic lascia perplessi, forse poteva essere gettato nella mischia subito Bernardeschi. Certo col senno di poi, si scriverebbe un’altra storia e queste sono salo chiacchiericci profani di scribacchini del calcio. Adesso c’è da dimenticare in fretta il ko contro la Lazio del latinista Lotito. L’inferno di Salonicco e la bolgia del Meazza rossonero con SuperPippo lanciatissimo incombono. Nec spe nec metu.