Quasi 15,000 spettatori paganti in una calda sera di luglio sono il biglietto da visita per la Fiorentina da parte della sua tifoseria. Un estate in cui l’affetto non è certo mancato, come il sostegno in vista dell’esordio in Serie A in quel di Torino con gli eterni rivali.
La gara tecnicamente non può dire molto. Sousa, rispetto a Cesena, mette in campo un 11 che assomiglia a una formazione titolare anche se con molte precisazioni: giocano Rossi e Zarate, mancano Kalinic e Bernardesci, c’è spazio per il giovane Chiesa e Lezzerini in porta. Nove undicesimi però sono da massima serie e la differenza si vede. A sua volta si vede che probabilmente il Celta Vigo è più avanti nella preparazione. Corrono di più gli spagnoli, specie nell’inizio di gara che vede la retroguardia viola soffrire.
Infatti, passato il ventesimo, ecco Roncaglia sulla destra dove – da buon ex – trova l’assist per il gol di Bongonda.
Vecino al 36esimo, a tu per tu, perde il momento per pareggiare. Meglio due minuti più tardi, Zarate illumina ma l’uruguaiano tira debolmente. Zarate di sinistro al 40esimo non trova la forza che mette nel destro al 44esimo che però si stampa sulla parte bassa della traversa tornando in campo.
Sono ancora i singoli a dare vivacità, per il gioco di squadra pare ci sia da attendere. Nella ripresa non cambia il canovaccio. Al quarto è ancora Vecino a sprecare un’occasione d’oro, fraseggio in area con Rossi che lo libera ma palla sulla rete.
Più tardi Alonso sulla ribattuta trova una deviazione che mette il suo diagonale di un soffio in angolo. Sbaglia anche Wass, tenta il pallonetto ma mette altissimo dopo un errore di Astori in fase difensiva.
A metà ripresa la partita cambia volta, mezza dozzina di sostituzioni con il Franchi che attende però Toledo che entra solo a quattordici minuti dalla fine. Non succede altro fino al novantesimo, ma Sousa sa che deve continuare a lavorare. Il countdown è iniziato…