La Juve è passata. Non è stata una mareggiata violenta, di quelle che spazzano via gli ombrelloni e che al mattino ti svegli e la spiaggia non c’è più. É stato un mare mosso, dove la barca viola ha arrancato, ma non ha mai dato l’impressione di affondare, anzi alla fine ha rischiato pure di arrivare al porto con un punticino, che avrebbe cambiato l’umore e il parere dei tifosi sulla squadra di Sousa, non certo la sostanza e le risposte che ha dato la partita dello Stadium. La Juve è di un’altra categoria e la Fiorentina ha fatto più del massimo per uscire fuori indenne dalla battaglia sotto la Mole, la squadra di Allegri sarà per l’ennesima volta lo schiacciasassi della Seria A. Non facciamoci illusioni, per misurare la forza bianconera dovremo aspettare i test in Champions contro le altre corazzate che si contenderanno il trono d’Europa, non certo la Roma di Salah o il Napoli di Gabbiadini. Squadre, quella capitolina e quella partenopea (con Hiuguain dalla propria parte) che lo scorso anno a Torino hanno fatto la stessa identica figura, se non peggiore, di quella che ha fatto all’esordio del campionato la Fiorentina. Quindi condannare gli uomini di Sousa o le scelte del tecnico è ingeneroso, si possono però fare delle considerazioni. L’approccio alla gara non è piaciuto ed è stato uguale identico a quello avuto nelle partite di precampionato contro le due tedesche in Austria, che aggredirono subito l’undici viola passando quasi immediatamente in vantaggio. Ieri la Juve si è comportata allo stesso modo ed infatti al primo minuto Dybala e compagni si erano già guadagnati una punizione pericolosa al limite dell’area. Poi il gol è venuto solo al 37′ , ma è puro caso, la Juve aveva schiacciato la Fiorentina e poteva aver segnato molto tempo prima. La difesa è distratta, deve fare più attenzione, le topiche di Tatarusanu stanno diventando una consuetudine, come i troppi gol subiti. Tra le cinque amichevoli perse e la prima di campionato i gigliati hanno raccolto il pallone in fondo al sacco ben tredici volte e sarà compito di Sousa ripristinare la giusta attenzione nel reparto. Aspettando i gol di Ilicic, di Pepito e di Zarate, Kalinic pur tra mille difficoltà era riuscito a trovare la via del pareggio in un momento della gara dove la Fiorentina sembrava aver preso le misure alla Juve. Una bella nota positiva è stato l’esordio di Chiesa, il giovanissimo ha dimostrato una personalità invidiabile, ha cercato di proporsi davanti e anche dietro si è mostrato attento battendosi su tutti i palloni. Il cambio a fine tempo certo non lo ha premiato, ma Sousa a quel punto, sotto di un gol ha dovuto cambiare modulo, inserendo Tello sulla corsia di destra; una mossa che aveva dato i suoi frutti: il gol del pari. Poi la solita dormita difensiva (molto simile a quella che della rete del vantaggio della Juve) ha consentito a Khedira, sempre lui, quello dello dell’1-0, di innescare l’azione che ha portato al raddoppio del Pipita. La serata dello Stadium adesso è archiviata, tra una settimana il Chievo. Si dovrà iniziare a vincere, se non si vuol rovinare la festa dei novanta anni della Fiorentina.