Peggio di così non poteva andare. La Fiorentina arriva alla seconda sosta di campionato dopo la seconda sconfitta stagionale, sempre a Torino, questa volta per mano dei granata di Sinisa. L’attacco non punge e la classifica piange. Otto punti e sessanta minuti a Genova da recuperare, c’è bisogno di cambiare marcia per non finire nella melma dell’anonimato ovvero in quella zona di mezzo tra il niente e l’ultimo posto disponibile per l’Europa League. I viola di Sousa si stanno adagiando proprio in quella pianura della noia, dove le stagione trascorre tra malumori, vane speranze di vincere una coppa e frammentari progetti per il futuro. Non certo una bella prospettiva per i tifosi della Fiorentina che sono pronti ad interrompere il patto di non belligeranza con la società, rea di aver concluso un mercato con acquisti non all’altezza, e con l’allenatore, che non riscuote in toto la simpatia della piazza. Questo è il panorama nuvoloso che si vede da Piazzale Michelangelo, inutile negarlo, inutile nascondersi dietro a un dito.
Le attenuanti ci sono e il tempo per recuperare anche. Siamo solo alla settima giornata e le squadre che giocano in Europa non sono state fin qua brillantissime. In più la Fiorentina ha incontrato quasi tutte le prime della classe e tre squadre che sono partite in quarta come il Torino, il Chievo e il Genoa (la gara verrà recuperata a dicembre). Questo non deve essere un alibi per Sousa. La sua squadra balbetta in zona gol. Ilicic non è all’altezza della situazione e Kalinic è la bruttissima copia di quello visto nella prima parte dello scorso campionato. Si salva solo Babacar che tra campionato ed Europa Leauge ha già timbrato quattro volte il cartellino. Ma è troppo poco se si vuol dare una svolta positiva alla stagione. L’illusione dei cinque gol siglati ai modesti azeri del Qarabag, ridotti in dieci per una lunga parte della gara, è durata un lampo. A Torino si sono riviste le solite pecche e se si aggiunge un pizzico di sfortuna, un’amnesia incredibile in difesa e qualche scelta tecnica poco condivisibile, il risultato è la sconfitta. Sì perché è vero che Kalinic e Sanchez sono stati sfortunati davanti ed è vero che il primo gol del Toro è viziato da un fallo di mano evidente di Iago Falque. Ma perché si compiono errori banali in difesa come quello commesso in occasione del raddoppio? Perché si tiene fuori Babacar, l’uomo più prolifero davanti? A queste domande Sousa dovrebbe dare una risposta. Adesso due settimane per riflettere, per isolarsi dalle polemiche che puntuali e ovvie inonderanno la città. Il calendario diventerà più semplice, occorerà solo vincere.