Da molto tempo non parlavamo di arbitri e dei loro errori. Oggi dovremo farlo. Purtroppo. La Fiorentina esce amaramente sconfitta da Milano ed è impossibile non mettere in luce la direzione del signor Damato di Barletta, che ha in pratica spianato la strada alla vittoria immeritata degli uomini di Pioli. L’espulsione di Gonzalo nel recupero del primo tempo non è altro che il culmine di una gesione della partita a dir poco imbarazzante, è inutile ricordare tutti gli errori commessi dal fischietto pugliese ai danni della Fiorentina, possiamo tranquillamente concludere dicendo che gli uomini di Pioli senza Damato non avrebbero vinto. La partita di Milano non racconta solamente questo. La Fiorentina ha pagato a caro prezzo quel gol a tempo scaduto subito contro il Paok. La botta psicologica è stata forte, lo si era percepito al Franchi giovedì sera e ieri nei primi ventiquattro minuti di partita è arrivata la conferma. Nell’incipit del match la squadra di Sousa si è fatta beccare ingenuamente dall’Inter palesando troppe disattenzioni nel reparto arretrato, disattenzioni commesse un po’ tutti, da Salcedo insufficiente, a Tatarusanu approssimativo (nel secondo tempo poi si è ripreso), fino a Gonzalo, risultato gravemente insufficiente (si veda in particolare il primo gol di Icardi, il terzo nerazzurro). Lo shock è stato superato solo dopo il 3-1 di Kalinic. In quel momento la gara si era riaperta, l’Inter era tornata ad essere la solita squadra senza senso e la Fiorentina la stava mettendo in difficoltà. Il resto lo ha fatto Damato, del quale abbiamo già abbondantemente parlato. Non è bastato un secondo tempo coraggioso, il gol di Ilicic che davvero aveva messo paura a Pioli. Con un pizzico di fortuna l’impresa sarebbe potuta arrivare, non è stato così, ma la reazione dei secondi quarantacinque minuti è da grande squadra e fa ben sperare. Archiviare il Meazza, vincere contro il Palermo, non perdere a Baku ed evitare inutili polemiche, questa è la ricetta che un bravo dottore consegnerebbe a Sousa. Ancora la stagione è lunga e niente è compromesso.