Non ci potevamo aspettare di più alla prima di campionato. Lo aveva detto Antognoni: “Non chiedeteci lo scudetto, la squadra è giovane e ha bisogno di tempo, cercheremo di fare una buona stagione”, lo aveva ribadito Badelj “Siamo onesti, per arrivare davanti a Juve, Napoli, Roma e Milan servirebbe un miracolo e non sarà facile avere la meglio su Lazio, Atalanta, Torino e Sampdoria”. La pioggia di nuovi arrivi, caduta nell’ultima settimana di mercato, aveva offuscato la vista della Firenze calcistica e aveva messo in secondo piano i moniti del dirigente viola e del centrocampista. L’andamento della gara di San Siro ha riportato tutti sulla terra e la speranza di far punti è svanita dopo solo un quarto d’ora: i nerazzurri degli ex Valero e Vecino hanno dominato e i viola hanno subito due gol senza colpo ferire, decorati da altrettanti errori marchiani in difesa (si rivedano il fallo ingenuo di Astori su Icardi che ha causato il penalty dell’1-0 e le incertezze di Hugo e Tomovic sul 2-0). L’Inter è compatta ed è guidata da una vecchia volpe come Spalletti, che in Italia, nonostante abbia vinto poco, ha sempre dimostrato concretezza ovunque abbia allenato. Nel precampionato ha fatto benissimo e ieri ha confermato di essere una tra le regine del calcio d’agosto.
L’alibi di una squadra nuova che ancora deve amalgamarsi e conoscersi è validissimo per Pioli. Simeone e Dias sono stati gettati nella mischia senza aver nemmeno conosciuto i compagni, Eysseric e Benassi a mala pena si ricordavano i nomi del resto della squadra. Servirà tempo al tecnico emiliano e forse qualche acquisto da qui al 31 agosto. Nella nottataccia del Meazza alcuni bagliori di luce si sono intravisti. Il Cholito non dovrebbe deludere le aspettative, Dias a sprazzi è sembrato all’altezza e anche i due francesi Eysseric e Veretout, meglio il primo del secondo, sono pronti per giocare in Serie A. I guai arrivano dalla difesa. Ai già citati errori di Hugo, Astori e Tomovic si è aggiunta l’opaca prestazione di Maxi Olivera, in ombra sia nella fase offensiva che in quella difensiva.
Infine per giustificare la debacle d’esordio qualcuno ci inviterebbe ad analizzare la decisione del Var (o della Var, scegliete voi…) che non ha assegnato un rigore per un fallo di Miranda su Simeone; qualcun altro ci consiglierebbe di non sottovalutare il palo colpito da Veretout. Episodi e occasioni che avrebbero potuto riaprire la partita. Pensieri giusti e reali, come è reale quello che sovente si sente dire dalle parti di Firenze: “i se e i ma son patrimonio dei bischeri”. Il 3-0 per l’Inter non fa una piega ed è meritato, adesso per Pioli e i suoi ragazzi c’è solo da lavorare e da guadagnare i primi punti domenica sera contro la Samp. Avversario complicato, ma alla portata della Fiorentina.