Finalmente i primi tre punti, convincenti e più che meritati. La Fiorentina espugna ancora una volta il Bentegodi, diventato terreno di conquista abituale da dieci anni a questa parte e torna a sorridere. Sorridono i tifosi, sorridono i giocatori e sopratutto sorride Stefano Pioli, che sente addosso tutta la responsabilità di allenare una squadra che è un tutt’uno con la sua città e regala sorrisi e un giustificato ottimismo alle telecamere e ai microfoni di Mediaset. E’ apparsa fin troppo agile la vittoria per cinque a zero, il Verona si è sciolto quasi subito: dieci minuti e la Fiorentina è passata per ben due volte con il Cholito e con Thereau, i volti nuovi dell’attacco.
L’argentino si è fatto trovare pronto sulla corta respinta di Nicolas dopo il tiro di Benassi, il francese ha battuto magistralmente il calcio di rigore guadagnato da Chiesa. L’Hellas ha alzato bandiera bianca, incapace di reagire, ha incassato il terzo gol di Astori, che ha appoggiato comodamente in rete sugli sviluppi di un corner e nella ripresa è affondato, subendo altre due reti viola (Veretout e Gil Dias) accompagnati dai cori di scherno ingenerosi e impietosi dei tifosi gialloblù.
Tutto facile per i viola? Vittoria da non prendere in considerazione contro un avversario inesistente? Opinioni frettolose e anche in questa circostanza ingenerose. Dalla gara del Meazza a quella di ieri i progressi si sono visti. Al di là del risultato finale alcuni timidi spunti si erano notati nella gara contro l’Inter e mi dicono (non ho visto la partita) che dopo un primo tempo difficile, i viola avrebbero meritato almeno il pari contro la Samp. Pian piano stanno venendo alla luce i valori dei giocatori e l’idea di gioco di Pioli inizia a prendere forma, di conseguenza la vittoria contro un Verona mediocre è frutto di questi miglioramenti che vengono sì amplificati, ma non nascosti, dalla goleada inflitta alla squadra di Pecchia. Adesso è il momento di lavorare a testa a bassa e di restare con i piedi ben saldati a terra. Il primo step annuale si chiama salvezza. E anche se questa frase può suonare come una provocazione (la Fiorentina ha ampiamente i mezzi per evitare le zone traballanti della classifica), non deve essere sottovalutata. Firenze, a causa della sua indole autodistruttiva, nel passato recente ha già dimostrato di non saper gestire annate complicate, dunque per non ricadere in antichi errori, degenerati alla fine in orrori, sarà meglio sostenere una politica dei piccoli passi: prima di tutto manteniamo la categoria, poi vedremo dove potrà portarci questo campionato.