Tre vittorie per vedere le stelle, una sconfitta per cadere giù, nelle stalle. Serve più equilibrio nel giudicare questa prima parte di stagione che sta collocando la Fiorentina nel gruppo di squadre che possono lottare, ma diciamolo a voce bassissima, per il settimo posto. Viste le forze in campo, i posti residui per l’Europa sembrano essere due, il sesto e il settimo. Sempre che il Milan sbagli tutto da qui alla fine del campionato e riesca in un’impresa non facile: arrivare dall’ottavo posto in giù. Se le cose andranno, come devono andare, il diavolo rientrerà nel novero delle prime sei e l’unica casella disponibile per un posto in Europa sarà la settima, che adesso è occupata dal Milan, dal Torino e…dalla Fiorentina. Certo se la Samp, sesta con una partita in meno (deve recuperare la gara con la Roma), dovesse mantenere questo ritmo, la lotta si farebbe assai complicata, ma la speranza è che gli uomini di Giampaolo possano tornare ad avere un ruolino di marcia più simile alle altre competitors per il settimo posto. Dopo queste considerazioni resta la sconfitta in terra calabrese di ieri pomeriggio che arriva dopo tre vittorie consecutive più o meno meritate della Fiorentina (Udinese, Benevento e Torino). Il ko dello Scida, maturato per due errori madornali di Astori ed un secondo tempo dove si è costruito poco e male per raggiungere il pari, non deve essere accolto con il classico autolesionismo becero e distruttivo. Ieri a Crotone doveva esser fatto qualcosa in più. Ovvio. Subire due gol in quella maniera è inammissibile per una squadra di Serie A e fa bene Pioli ad essere arrabbiato, come lo siamo pure noi tifosi-addetti ai lavori. E’ andato malissimo Astori, non hanno fatto bene Gil Dias e Babacar, subentrati per dare una spinta in più e finiti nell’anonimato. Troppa approssimazione nella manovra offensiva e poca pericolosità e alla fine il tempo non è bastato per raggiungere almeno il pari. Le prestazioni che hanno caratterizzato l’andamento dei viola dall’inizio del campionato al match dello Scida mettono in luce i limiti di questa squadra. Pioli è onesto nel trattare l’argomento Europa – “vediamo partita dopo partita” – e continua a parlare di un’annata propedeutica alla costruzione di un nuovo ciclo. L’Europa va sognata, ma non più di tanto. Certo, qualcosa di meglio contro Budimir, Trotta e compagni poteva esser fatto. Tuttavia chiedere la luna a questa squadra e al proprio allenatore è sbagliato. Sarà una stagione così, tranquilla, dove il settimo posto deve essere un obiettivo, ma diciamolo a voce bassissima. Quindi, se non dovesse essere raggiunto, non sarà certo un fallimento.