I due fermo immagine della giornata spettano tutti a loro. Antonio Gaeta e Nicola Corrent entrano nell’album dei ricordi delle sfide tra Carrarese e Spezia. Sono loro i mattatori del derby di campionato numero 53, vinto 2-1 in rimonta di fronte a quasi 5000 spettatori (spezzini compresi) contro una corazzata da serie B teletrasportata in C1. Un’impresa che fra dieci, venti o trent’anni tutti i tifosi azzurri ricorderanno con la gioia nel cuore.
«E’ stata una partita molto tattica». Racconta Antonio Gaeta. «Le due squadre si affrontavano con lo stesso modulo e in questo caso le gare si vincono nei duelli individuali. Noi dovevamo metterci più corsa, più grinta, più voglia e ci siamo riusciti. La partita è stata difficile, di fronte c’era un avversario costruito per vincere il campionato. Oggi ci abbiamo messo l’anima ed è venuto fuori il giusto risultato». Il bomber azzurro si lascia andare ad una battuta: «E’ troppo bello giocare in uno stadio così pieno. Quasi quasi chiedo alla Lega se ci fa giocare tutte le domeniche contro lo Spezia, perché con un pubblico così ci si può togliere qualsiasi soddisfazione». Ti sei preso la tua personale vendetta con lo Spezia dopo i playoff col Legnano. «Assolutamente no. Quella è acqua passata e non ci vogliono nemmeno più pensare. Oggi stavo in campo solo per la Carrarese e non pensavo a nessuna vendetta. E’ andata bene, visto che ho fatto anche gol». Nel primo tempo è arrivato il giallo, subito dopo quel rigore non fischiato. «Il rigore era netto per un fallo di mano, ma visto che l’arbitro non ce lo ha dato, mi sono messo davanti alla palla per non farli ripartire in contropiede. Anzi un giallo a me, che un’occasione a loro». Comunque i rigori poi alla fine sono arrivati, due volte. «Siamo bravi a liberarci bene in aera e per questo ci mettono giù così tante volte».
La palla passa a Nicola Corrent che spiega il perché di quel gesto delle orecchie rivolto verso i tifosi spezzini durante l’esultanza del gol: «La partita era sentita. A volte le reazioni sono istintive. In questi momenti sono uno sanguigno. Era uno sfogo, una grande soddisfazione per uno di quei gol pesanti che restano nella storia di una società e di una tifoseria. Sono orgoglioso, perché questo rigore e quello dell’anno scorso contro il Prato se lo ricorderanno tutti». Inoltre Corrent aveva un conto ancora aperto con lo Spezia dai tempi del Verona: «Avevo un ricordo negativo per i playout di serie B persi contro lo Spezia. Sono retrocesso di fronte a 30000 persone a casa mia con la gente che piangeva. Prima della partita mi hanno chiamato, chiedendomi di fare anche a loro un regalo. Sono contento per loro, per il pubblico di Carrara e per mio figlio, che ha 13 mesi, ma un giorno gli spiegherò che questa è stata una bella giornata». Come avete preparato la settimana prima del derby? «Queste partite si preparano da sole. L’importante è non arrivarci con la troppa carica. L’adrenalina sale col passare delle ore. Il pericolo è cercare di non andare oltre. A volte giocare di fronte a tanto pubblico può caricarti come bloccarti. Io credo che oggi siamo stati bravi. Giocavamo contro una squadra più forte di noi per qualità tecniche che non centrano niente con questa categoria, però noi abbiamo risposto con grande abnegazione, sacrificio, corsa da parte di tutti: le uniche armi che potevamo usare». In classifica siete terzi con 15 punti. Cambia qualcosa per voi? «Dobbiamo rimanere coi piedi per terra. Se vogliamo fare un campionato importante dobbiamo ancora crescere sotto il profilo dell’equilibrio e della continuità».