Lo score prima dell’esordio nella stagione 2019/20 era di quelli da incubi: l’ultimo gol della Fiorentina in gare ufficiali al Franchi è stato il 31 marzo, l’ultima vittoria in Serie A il 19 dicembre 2018, la penultima il 30 settembre 2018. Unica nota lieta nel frattempo proprio in Coppa Italia con il 7-1 alla Roma, fino a oggi unico lampo sul verde di Campo di Marte.
L’incubo però sembra non finire, alla fine del primo tempo 0-1 con il Monza meritatamente avanti per 81 minuti fino a quanto Vlahovic ha sbloccato l’apatia viola con il suo primo gol da professionista. Sei minuti e arriva anche il secondo. Riavvolgiamo il nastro: Montiel prepara due assist per il giovane centravanti, ma entrambi sono figli dei cambi del secondo tempo (eccezion fatta per il terzo gol a firma di Chiesa in chiusura). Cambi ovviamente dovuti da una prima ora abbondante di (non) gioco viola con l’esperimento di Boateng “falso nueve” che non si è minimamente concretizzato in gioco spumeggiante e conclusioni.
Il riassunto di quanto visto prima dei dieci minuti finali è semplice.
Viola tengono il gioco per la prima mezzora, diversi inserimenti in avanti ma le due categorie di differenza non emergono troppo. Anzi. Quando il Monza sale Lepore se ne va agevolmente sulla destra e al secondo tentativo trova Brighenti centrale che batte Dragowski.
Da lì in poi “brutti pensieri”: i viola sembrano subire il contraccolpo psicologico e si arriva al riposo con i lombardi tutto sommato meritatamente avanti.
L’inizio di ripresa segue lo stesso leitmotiv: Montella, che ha sulle spalle gli errori della formazione iniziale, punta sui giovani giusti e dai loro piedi nasce il 3-1 finale.