Finalmente arriva IL GRANDE GIORNO, quello del derby tra Livorno e Pisa, gara che non è solo calcio ma che rappresenta storia di rivalità ataviche, di differenti culture e modi affrontare le situazioni, emozioni, gioie, dolori, sofferenze, tutto è racchiuso in questi novanta minuti imponderabili e fuori da qualsiasi pronostico logico. Tutto in questa contesa rappresenta un concentrato di adrenalina pronta ad esplodere come un vulcano sonnecchiante che all’improvviso erutta lava e lapilli, travolgendo e sommergendo tutto ciò che nel suo cammino può incontrare, rabbia, liberazione, urla rimbombanti che penetrano lo spazio verso l’immensità del cielo come a proiettare il vincitore in un vortice onirico di passione liberata, lasciando lo sconfitto in un torbido abisso dove l’anima offesa e lacerata come in un infernale “ girone dantesco “ non riesce a risollevarsi verso la realtà. Ecco questo in sintesi il derby che ci apprestiamo a vivere e che affonda le sue radici in tempi lontani quando nel 500 la repubblica pisana perse la guerra con Firenze iniziando così una fatale decadenza, mentre Livorno da povero villaggio di pescatori iniziava la sua ascesa fino ad essere oggi il doppio di Pisa pur se le due città quasi si toccano, dove oggi la contaminazione sia strutturale, lavorativa e pur affettiva con famiglie miste è divenuta una realtà, ma dove però le differenze culturali e caratteriali ancora predominano con i pisani un poco snob ed ancorati sia alle attuali eccellenze (Università, Ricerca, salute ecc.) che ad una opulenza antica che trasmette nel loro essere una velatura di tristezza per quello che fu, mentre i labronici più scanzonati, goliardici e sdrammatizzanti (figli di Mascagni, Modigliani, Ciampi ed oggi Virzi) vivono le situazioni con il sarcasmo dissacrante e l’allegria che li contraddistingue, pertanto “ LA GRANDE CONTESA “ si perpetua per la 35^ volta sul campo del Livorno dove i nerazzurri pisani hanno sempre incontrato grandi difficoltà tanto è che l’ultima vittoria ospite all’Ardenza risale a ben 41 anni addietro, campionato di serie C1 e goal di Barbana, altre tre volte i pisani hanno violato il terreno livornese, la prima occorre tornare ad un secolo fa, esattamente il dicembre 1919 in un campionato di 1^ categoria con vittoria del Pisa per 2-1 e le altre due sono nel campionato di serie C 1962 per 1-0 e l’unica vittoria pisana in un torneo di serie B risale al 1951 col punteggio di 2-1 e parliamo di ben cinquantotto anni addietro, poi per il resto solo vittorie amaranto, ben 17, con tredici pareggi.
Ed oggi vedremo cosa il campo ci detterà, gli ospiti sono partiti molto bene in questo torneo poi è arrivata una leggera flessione mentre gli amaranto al momento ultimi in classifica sono stati bersagliati da una sorte non proprio favorevole con recuperi delle squadre ospiti nei minuti finali, vedi Salernitana e Chievo, oppure a Cosenza dove i calabresi hanno colto il pareggio proprio sull’ultimo soffio di vento per arrivare alla recente trasferta in quel di Frosinone con un dubbio rigore al finire della gara a favore dei frusinati ed oggi si attende un riscatto anche se gli infortuni continuano a bersagliare la compagine di Breda, infatti non saranno della partita ne Stojan, ne Brignola oltre al fiore all’occhiello Marsura autore già di quattro reti ma incappato nell’espulsione nella gara col Chievo che gli è costata due turni di squalifica.
La giornata è bellissima, tiepida e pur giocando alle 18.00 la temperatura dovrebbe essere abbastanza dolce, il Picchi si sta riempendo, si prevede oggi l’esaurito con circa 1.500 supporter ospiti, il terreno di gioco uno stupendo tappeto verde da far invidia ai migliori terreni europei, manca un’ora alla gara ma la Nord è già zeppa, un turbillon di bandiere, tamburi, urla, applausi, un’attesa frenetica. Arrivano le formazioni e vediamo che Breda opta per Zima in porta, Boben, Gonnelli, Bogdan in difesa, Del Prato, Agazzi, Luci e Porcino a centrocampo, Marras dietro a Raicevic e Braken con in panchina Plizzari, Ricci, Gasbarro, Di Gennaro, Rizzo A., Rocca, Viviani, Morganella, Morelli, L.Rizzo, Mazzeo e Murilo, notiamo pertanto che a sorpresa il mister ha optato per i due attaccanti centrali Raicevic e Braken.
La risposta di D’Angelo vede Gori tra i pali, Benedetti, Meroni, Aya in difesa, Siega, Verna, Gucher, Marin, Lisi in mezzo e Marconi e Masucci in attacco con a disposizione Perilli, Ingrosso, Birindelli, Pinato, Di Quinzio, Minesso, Belli, Izzillo, Liotti, Asencio, Fabbro e Moscardelli.
Arbitra l’esperto Sacchi di Macerata coadiuvato da Fiore, Scarpa e Serra.
Atmosfera rovente nello stadio, adrenalina alle stelle, un boato impressionante di fischi quando lo speaker annuncia la formazione del Pisa, e volume ancora più alto quando l’altoparlante scandisce i nomi dei beniamini di casa, un clima incandescente quasi da arena dove i gladiatori combattevano nell’antica Roma.
Si parte dopo una bellissima coreografia all’ingresso in campo da parte labronica, primi minuti subito aggressivi con falli tattici da entrambe le parti e notiamo la posizione piuttosto alta, quasi da terzo attaccante di Siega, primo tiro al 8’ di Lisi, pericoloso ma fuori, la risposta è di Raicevic senza problemi, notiamo che rimane piuttosto basso Del Prato a coprire l’out di destra, più copertura del campo in mezzo da parte del Pisa con il Livorno che preferisce il lancio lungo per le sue torri e per poco sul secondo corner Bogdan non trova la deviazione vincente che arriva al 15’ col cross di Porcino con Braken che pressando Benedetti costringe il difensore alla più classica delle autoreti, 1-0 e pubblico impazzito. Fallo e giallo per Bogdan, la gara è maschia e intensa, la reazione pisana vede una pericolosa deviazione di Bogdan che Zima devia sulla traversa, poi la difesa allontana, siamo al 25’ con una punizione sulla tre quarti a favore del Pisa oggi in completo giallo ma senza esito, passata la mezz’ora con i pisani che provano ad attaccare in forze, pure Marin alza la sua azione ma il Livorno molto ben messo fino a qui controlla e prova a ripartire pericolosamente, arriva al 33’ il primo corner per gli ospiti che aumentano la pressione, il Picchi è una incredibile bolgia a sostegno dei propri colori in questa fase costretti sulla difensiva, una pericolosa punizione al 37’ proprio al limite che Gucher batte ma trova il muro e finisce il tempo con gli amaranto in attacco. Cosa dire, gara equilibrata decisa fino a qui dall’autorete, seppur intensa e tesa come deve essere un derby, e comunque grande correttezza in campo nel nome dello sport, non pienamente convincente Sacchi in alcune decisioni seppur sufficiente nella direzione.
Via alla seconda parte, grande salvataggio di Zima al 7’ sul tiro di Masucci, poi sostituzione di Marras con Rocca e subito dopo seconda ammonizione per Bogdan, pertanto rosso e Livorno in dieci. ed ora si fa dura, così entra Gasbarro per Braken, giallo per Aya e Raicevic per scorrettezze reciproche, siamo al 15’ ed entra Di Quinzio per Marin, sarà una mezz’ora di grande sofferenza per i labronici causa l’inferiorita numerica. Entra anche Birindelli per Meroni ma subito dopo fa fallo su Luci, reagisce e rosso anche per lui così che si ristabilisce la parità di uomini in campo, occasionissima per il Livorno che Del Prato per un soffio non concretizza, avviciniamo la mezz’ora ed ora in campo c’è grande equilibrio, entra Moscardelli per Masucci ed è assalto del Pisa al fortino labronico, rompono i ritmi i livornesi anche se appare un poco di stanchezza su entrambi i fronti. Corre il 35’ ed entra Murilo per Raicevic stremato dopo una gara di grande generosità, siamo al 40’ ed entriamo in quella che è diventata “ ZONA LIVORNO “ cioè quei minutI finali fatali alla squadra di Breda nelle precedenti contese, ancora 5’ di recupero, emozione fortissima per il popolo amaranto che incessantemente sostiene i suoi beniamini, il Picchi è una pentola in ebollizione, un vulcano che sta per esplodere, ed ESPLODE col fischio finale che sancisce la vittoria amaranto, fortemente cercata, voluta è trovata.