Luis Airton Oliveira Barroso, per tutti semplicemente Lulù, attaccante indimenticabile dal look definito “da circo” da Carletto Mazzone, suo primo allenatore in Italia, che battesimo!
Alla Fiorentina fra anni 90’ e duemila, in una squadra da Champions, protagonista silenzioso di un calcio che stava cambiando radicalmente. Ripercorriamo un po’ la sua carriera fino ad oggi.
Talento scoperto a 15 anni
Iniziò a giocare a calcio quasi solo ed esclusivamente perché fratello e sorella già praticavano questo sport, dunque entrò giovanissimo a far parte della Sociedade Esportiva Tupan, la squadra della sua città, Sao Luis. A 15 anni, però, un osservatore argentino cambia la sua vita e fa conoscere all’Europa intera Oliveira, che arriva a giocare in Belgio per un torneo, fu proprio in quell’occasione che l’Anderlecht notò il giocatore brasiliano tesserandolo per cinque stagioni, in quel periodo, l’attaccante prese la doppia nazionalità belga. Il suo bottino totale con la maglia dei belgi dell’Anderlecht è di 36 reti in 96 presenze. Con la nazionale del Belgio vanta, invece, 31 presenze e 7 goal.
Dal freddo Belgio alla Sardegna
I cinque anni trascorsi in Belgio furono molto utili per Oliveira, che ottenne la possibilità di approdare in Italia, al Cagliari, per la cifra di sei miliardi, nella stagione 92/93. Le difficoltà non tardano ad arrivare, la serie A degli anni 90’ è il campionato migliore ed il più ricco, quasi paragonabile ad una Premier League dei giorni nostri, inoltre, ci si mettono anche le incomprensioni con il tecnico Mazzone, il romano più all’antica, Oliveira più “sudamericano”. Ma la qualità non si può nascondere e Lulù inizia a segnare con continuità, parteciperà alla Coppa Uefa 93-94 che vide i rossoblu approdare alle semifinali. Le statistiche totali con la maglia del Cagliari vedono l’attaccante mettere a segno 41 goal in 121 presenze.
La Fiorentina delle stelle
Nell’estate del 96’ Oliveira lascia la Sardegna per arrivare a Firenze, il valore del giocatore non è in discussione e la società si aspetta molto dall’attaccante. Quella Fiorentina è una squadra piena di campioni, capace di andare a “strappare” un pareggio al Camp Nou nella semifinale d’andata della Coppa delle Coppe edizione 1996/1997, contro il Barcellona che vinse poi il titolo, dopo aver battuto i viola per 0-2 al Franchi. Oliveira ha regalato ai tifosi viola giocate di altissima classe, indimenticabili i duetti con Edmundo con Batistuta pronto a approfittare delle giocate dei due brasiliani. Con la maglia viola Oliveira disputa tre stagioni mettendo a segno 27 goal in 95 partite.
Ritorno a Cagliari e le serie minori
Dopo la parentesi con la Fiorentina, terminata con la delusione del sogno scudetto sfumato, per una squadra che anche a inizio stagione le quote serie A davano fra le favorite, Oliveira torna al Cagliari. L’attaccante è rimasto molto legato ai colori rossoblu, tanto da spendere anche parole d’orgoglio per ciò che il suo connazionale Nainggolan sta facendo in Sardegna, in una squadra che anche gli addetti ai lavori e i pronostici, consultabili qui, danno fra le migliori squadre del campionato italiano, pronta a partecipare alla corsa per un posto in Europa League. Sveste definitivamente la maglia del Cagliari nel 2000 e inizia a girovagare: Bologna, ultimo anno in A, poi Como, Catania, Foggia, Venezia per poi ripassare in Toscana alla Lucchese. Conclude la carriera di calciatore nel 2010 al Muravera, in Sardegna.
Oliveira allenatore: prima in Italia, poi in Brasile
Ora Lulù Oliveira è un allenatore con diversi anni di esperienza, ha allenato al Muravera, squadra che ha visto gli ultimi palloni calciati dal brasiliano come calciatore. Ha anche allenato in Lega Pro al Pro Patria, esonerato dopo 11 giornate in cui aveva fatto registrare una media punti per partita dello 0,69, troppo poco per continuare la stagione. L’ultima esperienza del tecnico Oliveira è al Floriana, squadra brasiliana dalla quale si è svincolato dopo appena 8 partite. Insomma sempre un tipo istintivo come quando vestiva la maglia di Fiorentina e Cagliari e faceva deliziare i tifosi e arrabbiare gli allenatori. Siamo sicuri che torneremo a sentir parlare di Lulù Oliveira.