Londra, 23 marzo 1895: 125 anni fa. Un gruppo di ragazze divise in due squadre che rappresentano il nord e il sud della città scendono in campo, inconsapevoli di scrivere l’inizio di una lunga e bellissima storia. Perché quella data è il punto di partenza: passerà alla storia come il giorno della prima partita di calcio femminile. Quelle ragazze hanno risposto all’annuncio pubblicato su un giornale da parte di Nettie Honeyball, una cassiera che adorava il football e che diventò l’ideatrice della prima lega calcistica rosa.
La Lega Pro aveva organizzato per oggi un caffè letterario nella sua sede per ricordare questo evento e farlo diventare un motivo di confronto e dibattito sulla realtà del calcio femminile attuale, 125 anni dopo, rendendo così omaggio alla geniale Nettie a cui è intitolata anche la Limonaia che si trova nel giardino della nostra sede. Il Coronavirus ci ha costretti a cambiare i piani e ad adeguarci. L’appuntamento è solo rimandato ma si vuole comunque ricordare questa giornata così simbolica e importante. E’ il messaggio della Vice sindaca di Firenze Cristina Giachi: “Nettie è stata una pioniera ma la storia del calcio femminile non è stata e ancora non è facile, tutt’altro. La strada è sicuramente in salita ma le donne non demordono. Un cambiamento c’è stato, grazie ai Mondiali dell’estate scorsa: lo share totale di Italia-Olanda è stato di 44,65%, per 6,1 milioni spettatori. Era naturale applaudire una schermitrice o una sciatrice ma emozionarsi per il gol di una calciatrice non rientrava nell’ordine delle cose. C’è dunque una base per poter lavorare in futuro. Ma bisogna subito costruire, aumentare i numeri, incentivare le bambine. Soprattutto ci vuole una grande collaborazione da parte di tutte le forze calcistiche. Per quanto riguarda Firenze, ringrazio la Fiorentina Women’s perché sta facendo un grande lavoro anche per proporre calcio femminile all’immaginario di tante bambine. Le cose stanno cambiando”.
Lo afferma anche il Presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli: “Abbiamo una voglia feroce di sconfiggere quel maledetto virus che si aggira per il mondo. Il fatto che l’iniziativa programmata per ricordare la prima partita di calcio femminile si svolga, nelle forme previste nel rispetto delle norme per la tutela della salute, vuol dire che noi CSiamo. Non molliamo di un centimetro perché l’esempio lo abbiamo in Nettie Honeyball: ci ha provato che rispettando le convenzioni si può andare oltre, gettando il cuore oltre l’ostacolo. Nettie ha l’ardire di voler ‘dimostrare al mondo che le donne non sono quelle creature ornamentali e inutili che gli uomini immaginano’. E noi perché dovremmo arretrare di fronte a quel maledetto virus? No. Ci siamo e appena lo avremo sconfitto ripeteremo l’iniziativa abbracciandoci, dandoci baci, stringendo mani”.
La Vice presidente della Lega Pro Cristiana Capotondi è impegnata in prima linea per il calcio femminile e ne è orgogliosa: “E’ bellissimo poter ricordare questa data come un vero inizio: 125 anni dalla prima gara! Quando penso a Nettie e alla sua determinazione di voler giocare a pallone contro ogni ostacolo, le difficoltà e ostracismo che devono aver provato lei e tutta la squadra, mi emoziono. Una pioniera assolutamente moderna: perché è stata la prima a indicare la strada, anche se il percorso è ancora lungo. Oggi, quando vedo applaudire le ragazze dell’Italia, mi piace pensare che si applauda anche Nettie Honeyball e le sue compagne. Che devono essere un esempio anche per le tante ragazzine che vogliono giocare a pallone”.
Ma il calcio si vive anche svolgendo il proprio lavoro da giornaliste. Racconta Claudia Marrone di Tuttomercatoweb: “Una data importante quella che ricorre oggi, una data che allora fu una svolta per i primi passi per la parità dei sessi. I 125 anni dalla prima gara di calcio femminile arrivano in un momento storico particolare, dopo il quale nulla sarà più come prima, dove inevitabilmente cambieranno anche tanti concetti socio-culturali. Il post Coronavirus sia allora un nuovo punto di partenza anche per la concezione della donna nel calcio: ci sono ancora troppa diffidenza, troppi pregiudizi intorno alle figure femminili che, indipendentemente dal ruolo, operano nel mondo pallonaro italiano, forse ancora un passo indietro ad altre Nazioni. I successi della Nazionale femminile, una lega a tinte rose come la Lega Pro, però, un bel segnale lo hanno dato, ma si può e si deve fare ancora di più: i mezzi e le opportunità ci sono, non lasciamoceli sfuggire”.
Francesca Bandinelli del Corriere dello Sport-Stadio afferma: “Chissà come avrebbe sorriso oggi Nettie Honeyball – lo pseudonimo con cui la sua storia temeraria è arrivata ai nostri giorni – dopo aver visto le oltre 60 mila presenze al Wanda Metropolitano di un anno fa per Atletico-Barcellona femminile, e, soprattutto, in occasione dell’ultimo Mondiale. Fu lei, attraverso un annuncio pubblicato su un giornale a dar vita al ‘British Ladies Football Club’ e oggi, 125 anni dopo, c’è la consapevolezza che il movimento non è più un settore di nicchia. I grandi club hanno investito in maniera finalmente diversa e il calcio femminile si è ritrovato a rappresentare una opportunità di crescita per la nostra società: adesso c’è da far viaggiare di pari passo tutto il calcio, maschile e femminile. Perché quando vedi quelle maglie che corrono e lottano, siano del colore del club o della Nazionale, tutto il resto passa comunque in secondo piano”.
Conclude Brunella Ciullini di Tuttosport: “Questa ricorrenza cade in uno dei momenti più bui per il nostro Paese, ma anche nella stagione iniziata sotto la spinta dell’exploit dell’Italia di Milena Bertolini al Mondiale di Francia, contrassegnata da un campionato (fino allo stop) quanto mai avvincente e dalla partecipazione delle azzurre, dopo 12 anni, al prestigioso torneo Algarve Cup dove avrebbero dovuto disputare la finale con la Germania. L’emergenza ha sospeso tutto, salvo la consapevolezza di quanto sia cresciuto e quanto ancora crescerà il movimento. E’ la vittoria del calcio ma soprattutto della tenacia e della passione di tutte le giocatrici che hanno calcato i campi da gioco in questi 125 anni, sfidando scetticismo, ostracismo, pregiudizi. Rimane l’ultima battaglia da conquistare: il professionismo. Ed è questo, in occasione di tale ricorrenza, l’augurio per quando il calcio di ogni genere e colore, insieme al Paese, ripartirà”.
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