Chaltron’s Cup. A luglio (forse) la cinquantacinquesima edizione

Fabio Giorgetti (Presidente Commissione cultura e sport): “Sarebbe un bel segnale di ripartenza per portare avanti una delle tradizioni più importanti della città”

Nonostante le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria anche quest’anno gli organizzatori hanno deciso di celebrare (forse) la Chaltron’s Cup giunta alla cinquantacinquesima edizione presso i campi dell’Affrico ed a San Marcellino.

Il tradizionale torneo di calcio, nato negli anni ’60 in piazza della Vittoria sotto l’ombra austera dello storico Liceo Ginnasio Dante, è celebre per il suo particolarissimo regolamento che dà ai cosiddetti “scarponi” l’opportunità di prevalere sui “bravini”.

L’edizione di quest’anno sarà arricchita da un’inedita sfida di Subbuteo umano che sarà giocata da ex studenti del Liceo Dante e che hanno lo status di “dantini” o “dantex”, sinonimo di creatività, intelligenza e originalità.

Una tradizione goliardica ma, soprattutto, una tradizione di amicizia. Chi non ha avuto l’opportunità di capire lo spirito cialtrone si è perso un pezzo di Firenze. Partecipare a questo torneo – ha spiegato il presidente della Commissione cultura e sport del Comune di Firenze Fabio Giorgetti – è un’esperienza unica. Lo spirito cialtrone dà a tutti la possibilità di giocare, dà a tutti la possibilità di stare in compagnia, dà un senso di amicizia e fratellanza. Se i protocolli sanitari lo permetteranno anche quest’anno, nel mese di luglio, giocherò. E questa edizione della Chaltron’s Coup sarebbe un bel segnale di ripartenza dopo i lunghi mesi che abbiamo vissuto con l’emergenza sanitaria. Sono pronto anche a giocare la partita di Subbuteo umano che quest’anno sostituirà la partita doppia, ed aprirà il torneo, perché applicare le regole di questo gioco da tavolo, col quale siamo cresciuti, ai campi da calcio può trasformare la partita in un evento molto bello. Sono felice che non viene trascurata la parte sociale – aggiunge il presidente Fabio Giorgetti – con il progetto di crowfunding per il rilancio dopo l’epidemia e che prevede borse di studio per futuri medici e contributi per le associazioni e le cooperative. Sia il mondo del sociale che quello sportivo sono i grandissima difficoltà ed è giusto che gli ex studenti del Dante si ricordino di questo settore in difficoltà economica. Poter calcare anche quest’anno i campi dell’Affrico e di San Marcellino sarà un modo per far ripartire Firenze e portare avanti una delle tradizioni più importanti della città”.

Gli anni passano, ma la passione chaltrona continua a costituire un vero e proprio evergreen, ponendosi come crocevia per diverse generazioni, divise e al contempo unite dal sacro e dal profano, in un’atmosfera unica di accesa competizione e fiorentinissima autoironia.

Il torneo nasce nel negli anni ‘60 con edizioni improvvisate e partite in alternanza fra i pini di piazza della Vittoria o sui polverosi campi di Rifredi. Dopo un rodaggio pieno di rivalità e sfottò, dal 1969 il torneo si organizza con le prime 4 squadre, divise anche dalle diverse passioni politiche di destra e di sinistra, ribollenti in quegli anni. Ricorderemo soltanto i primi vincitori “ufficiali”: la squadra degli Attori in Erba (Paolo Poli, Giorgio Ariani, Ettore Baccani) con finale a porticine. Dopo di allora, la tradizione è proseguita senza soste.

Memorabili alcuni episodi fra cui la tragicomica trasferta ad Avellino per la finale di coppa Uefa Fiorentina-Juventus o la “zingarata” che portò qualche anno fa un’intera squadra Chaltron in visita a Sora da Pasquale Luiso, lo storico calciatore simbolo di genuina passione e presenza alternativa sui campi della serie A, da parte di una intera squadra a lui intitolata.

Semplici e al tempo stesso complesse le regole della manifestazione: per vincere, ogni imbroglio è lecito ma nel rispetto dei “princìpi”. A tutti i giocatori è attribuito un punteggio basato sull’abilità calcistica individuale e ogni squadra non può scendere in campo oltre il punteggio massimo consentito; quindi anche i meno bravi sono “costretti” a giocare: vietata la partecipazione degli “stranieri” salvo il superamento di un vero e proprio esame che ne determini la “coerenza allo spirito”. Un torneo estremamente esclusivo, insomma. Riuscire a giocare la “Chaltron” è infatti un risultato ambitissimo.