La nazionale di Roberto Mancini parte da Coverciano per la lunga avventura che attraverso un girone di qualificazione insidioso ma non certo proibitivo si spera la faccia approdare al mondiale 2022 in Qatar. Tre impegni a raffica nella lunghissima settimana di incontri in giro per l’Europa, a Parma contro l’Irlanda del Nord e a seguire in Bulgaria e Lituania. E’ un appuntamento da non perdere, quello di Chiellini e compagni, che si sono radunati a Firenze proprio due giorni dopo il clamoroso annuncio di Cesare Prandelli di lasciare la panchina della Fiorentina.
La nazionale dell’ex tecnico viola è stata l’ultima compagine azzurra a prendere parte a una fase finale del Mondiale, anche se l’esperienza brasiliana è stata una pagina difficile da digerire per il calcio italiano. Ma lo spauracchio da allontanare in fretta resta quello di tre anni fa, quando l’Italia per la terza volta nella sua gloriosa storia calcistica non si è nemmeno qualificata per Russia 2018.
Un buco nero su cui Roberto Mancini ha posto le fondamenta di una ricostruzione finalmente reale, basata sulla ricerca del gioco ma soprattutto confortata da talenti più o meno competitivi che il CT ha plasmato fin qui con ottimi risultati. La sensazione ora è che la squadra di Roberto Mancini debba fare un altro passo avanti, quello che insieme alla fase finale del prossimo Europeo possa farla diventare squadra a tutto tondo sul palcoscenico internazionale. Il CT è riuscito in questi due anni peraltro non facili a costruire comunque un gruppo importante, mai però dando l’impressione di essere sordo all’evoluzione tattica e fisica di giocatori anche non più giovanissimi, ma capaci di trovare forza e continuità nel campionato italiano e non solo. In questa ottica le convocazioni per il trittico mondiale di partite fanno capire che il “Mancio” ormai sta costruendo piano piano il suo gruppo, che sarà poi fondamentale per la fase finale di Euro 2021 ma soprattutto dopo per arrivare pronti in Qatar il prossimo anno. Sempre attento alle novità (vedi le ultime convocazioni di un difensore arcigno come Toloi e di un’altra bella speranza del centrocampo italiano come Ricci), contro l’ostica Irlanda Mancini dovrebbe affidarsi a Ciro Immobile in attacco e all’usato sicuro Bonucci-Chiellini in retroguardia, dove però l’esperienza e la qualità di Florenzi ed Emerson dovrebbe garantirgli la spinta che il CT richiede.
Il centrocampo dovrà fare a meno di Jorginho, ma la possibilità di vedere Locatelli al fianco di Barella e Verratti ci dà fiducia su un reparto cresciuto esponenzialmente negli ultimi due anni. Anche la possibile presenza di Berardi al fianco di Insigne testimonia l’attenzione con cui Mancini opera le sue scelte di volta in volta, visto il crescente stato di forma attuale dell’attaccante del Sassuolo. Un mini torneo di otto giorni, quello che attende il gruppo azzurro, base fondamentale per mettere subito la firma giusta sulla leadership del girone (solo una si qualifica direttamente). Il miglior test (anche perché sarà l’unico effettivo) prima di provare a ritrovare a giugno in giro per l’Europa entusiasmo e certezze che il calcio italiano attende da troppo tempo.
Antonio Lionetti