Per la rubrica “Interviste D valore”, SuperNews ha intervistato Francesco Timperanza, estremo difensore dello Scandicci 1908. Il portiere classe 2001 è cresciuto nella squadra toscana e, nonostante la giovane età, si è ricavato un posto da titolare. Dopo l’infortunio della scorsa stagione, Timperanza è pronto a vivere un’annata da protagonista.
Francesco, anche quest’anno difendi i pali dello Scandicci 1908. Cosa ti aspetti da questa stagione?
Possiamo dire che per me questa è la stagione del riscatto, dato che la scorsa è stata molto complicata a causa di un brutto infortunio alla caviglia. L’obiettivo è quello di affermarmi ancora di più in questa categoria, alzando la qualità delle prestazioni e, perché no, magari sognare anche un futuro lontano da Scandicci.
Dove può arrivare lo Scandicci 1908 in questo campionato?
Partiamo sicuramente con l’obiettivo di salvarci, ma nessuno ci vieta di sognare i play-off. Noi affrontiamo ogni partita come fosse una finale, un dentro o fuori. Questo grazie anche al nostro allenatore Rigucci, che sta portando una ventata d’aria fresca all’interno di tutto l’ambiente, sia a livello tecnico, valorizzando ogni singolo giocatore, sia a livello tattico, improntando la sua idea di gioco. Siamo una squadra con tanti giovani interessanti che vogliono farsi notare, guidati dal mister e dai “vecchi”, i quali stanno formando davvero un grandissimo gruppo. Credo che, proprio grazie all’unione, potremmo toglierci davvero delle soddisfazioni.
Ci parli del tuo percorso professionale fino a questo momento e di come ti sei avvicinato al calcio?
Mi sono avvicinato al mondo del calcio da piccolo, all’età di 4 anni giocavo nella Florence Sporting Club, squadra del mio paese. Successivamente, all’età di 11 anni, è arrivata la chiamata dalla Fiorentina, esperienza che purtroppo è durata solamente un anno. Dopodiché, sono approdato a Scandicci.
Qual è stata la tua parata più bella? E il gol che più avresti voluto evitare?
Non ho una parata più bella in particolare, ma ne ho una che mi è rimasta impressa perché ero alle prime presenze in Serie D, precisamente al mio primo anno da sotto quota. Stavamo giocando una delle prime giornate del campionato contro il Seravezza. Sul risultato di 0-0, un contropiede al 90esimo minuto sembrava favorire gli avversari, ma sono riuscito a salvare il risultato. Quello è stato un momento incredibile. Il gol che ancora oggi non ho digerito è quello di Grosseto-Scandicci, una bella partita tra due squadre forti. Il Grosseto, che poi ha vinto il campionato, ci ha messo sotto per lunghi tratti, impegnandomi molto. Un diagonale mi è passato sotto la mano entrando in porta. In quel momento mi sono arrabbiato con me stesso, perché potevamo coronare al meglio la prestazione fornita.
Oltre al calcio, ci sveli i tuoi progetti futuri?
Spero di poter vivere di calcio, è quello che vorrei ed è per questo che sto lavorando duramente ogni giorno per migliorare e provare il tutto per tutto. In parallelo, ho avviato anche un percorso di studi universitario in scienze motorie.