Fu da molti soprannominata “Olandesina” per via dell’acceso colore arancione delle proprie casacche. Nel settembre del 1980 esordiva in Serie A la Pistoiese guidata prima dal solo Lido Vieri e poi dallo stesso allenatore nonno del celebre ex attaccante dell’Inter Christian, in tandem con Edmondo Fabbri, e presieduta da un presidente visionario: Marcello Melani detto “Faraone”, che diede il nome allo stadio di calcio di Pistoia.
L’arrivo in Serie A e l’esordio al Comunale di Torino
Il contesto storico della prima promozione della Pistoiese in A è pieno di eventi di rilievo dallo sport alla politica. Nel 1980 il quarantesimo Presidente degli Stati Uniti diventava infatti Ronald Regan, mentre in Italia il Presidente della Repubblica era il socialista Sandro Pertini.
Nello sport invece, il pugile napoletano Patrizio Oliva vinceva l’oro alle Olimpiadi di Mosca, e nella stessa olimpiade Mennea si guadagnava l’oro e il record valido fino al 1996 nei 200 metri piani. Era un campionato di Serie A in cui Ascoli e Fiorentina facevano sognare. Nell’attuale serie maggiore, come mostrano le attuali statistiche di calcio, la Viola si trova invece al decimo posto in classifica. Sono stati gli anni ’80 a vedere brillare il gioco del pallone italiano e se nell’allora calcio europeo invece, il Nottingham Forrest aveva vinto la Coppa dei Campioni, la nostra nazionale italiana iniziava a gettare le basi per raggiungere l’impresa della vittoria mondiale nel 1982.
Tornando alla Pistoiese, che nella stagione 1979-1980 aveva conquistato la propria prima storica promozione in massima serie, era stata definita in tanti modi: “miracolo arancione”, “la squadra dei vecchietti” per un’età media dei calciatori alta, e anche “Olandesina”. Ma quella era soprattutto la Pistoiese del presidente Marcello Melani, che in una dichiarazione fatta nel 1974 aveva promesso che in cinque anni la squadra sarebbe arrivata in A. Il presidente detto “Faraone”, soprannominato in questo modo data la sua inclinazione a investire molto denaro per i calciatori, si sbagliò di una stagione soltanto: la Pistoiese ci mise esattamente sei anni a conquistare la Serie A. La rosa della Pistoiese 1979-1980 poteva vantare calciatori del calibro di Frustalupi, Moscatelli, Rognoni, Borgo, e poi ancora Marcello Lippi, Guidolin, e Salvatori.
L’esordio dell’Olandesina in massima serie non poteva che essere prestigioso. Infatti il 14 settembre del 1980 la Pistoiese faceva visita al Torino al Comunale. Leggendo i nomi della rosa del Torino gli esperti di calcio istintivamente annuiranno per i tanti calciatori di primo livello, fra tutti Graziani che sarebbe diventato campione del mondo con l’Italia nel 1982. Del resto i granata nel ‘79-’80 avevano rappresentato la terza forza del campionato, dietro a Juventus e Inter, con conseguente qualificazione alla Coppa UEFA 1980-1981. Ma nonostante ciò la Pistoiese aveva retto fino al tredicesimo del secondo tempo contro un Torino stranamente impacciato, e in dieci per l’espulsione di Pecci. Soltanto un tiro di destro al volo magnifico e imparabile scagliato da Sala rompeva l’equilibrio della partita, inchiodando il risultato finale sull’1-0.
La situazione tecnica attuale della Pistoiese è ben lontana da quella squadra piena di talenti che entrò con simpatia negli stadi di Serie A, e manca da un campionato di Serie B dalla stagione 2001-2002. Poi tanta, troppa Serie C con nel mezzo la rifondazione del 2009. Ora la realtà dice Serie D: una realtà difficile, e le parole del mister degli arancioni Emmanuele Cascione, che lasciano trasparire insoddisfazione per l’inizio di campionato “timido”, sono la base da cui partire per emulare lo spirito di 42 anni fa.