Pubblichiamo la lunga lettera aperta ai tifosi amaranto dopo la squalifica della Curva Nord.
Dichiarazione del Presidente dell’Arezzo Guglielmo Manzo e dell’Amministratore Delegato Sabatino Selvaggio
Vogliamo fare chiarezza con i nostri tifosi e con l’intera città rispetto alla squalifica inflitta alla nostra curva per la partita di domani con l’Entella e alle conseguenti eventuali decisioni da assumere per consentire l’ingresso agli abbonati di curva in altri settori dello stadio.
Cominciamo col dire che riteniamo la decisione del giudice sportivo profondamente ingiusta, in quanto il comportamento di un singolo, nella gara di Ancona, ha prodotto conseguenze dannose per un numero di persone immensamente superiore, addirittura anche a quello dei tifosi presenti alla trasferta stessa.
Detto questo, la nostra linea di comportamento è comunque ispirata al rispetto delle regole, delle istituzioni sportive e delle decisioni da queste assunte.
L’esistenza di casi simili, anche in leghe e campionati diversi, ci ha portato in questi giorni, con la volontà di favorire l’ingresso dei tifosi laddove questo fosse stato possibile senza infrangere le nome vigenti né contravvenire alla decisione del giudice sportivo, ad espletare numerosi tentativi con tutti gli interlocutori (Lega Pro, titolari dell’ordine pubblico, gestore del servizio di biglietteria). Nelle ultime ore, a seguito della decisione assunta da un altro club appartenente però a lega diversa, abbiamo consultato sia i tecnici della società che gestisce la bigliettazione sia nostri legali sia gli organi di pubblica sicurezza.
Vogliamo quindi precisare che qualsiasi soluzione che consenta l’accesso allo stadio dei tifosi abbonati nel settore di cui è stata disposta la chiusura implica la consapevole elusione da parte della società di norme vigenti o del provvedimento del giudice sportivo, ed espone la stessa a contestazioni da parte delle autorità statali e sportive.
Nella fattispecie, non potendo adottare linee di comportamento che hanno scelto altre società in situazioni di fatto diverse, abbiamo ritenuto che l’unica soluzione prospettataci, e cioè la cessione del titolo di accesso allo stadio del settore chiuso ad altro soggetto che avrebbe quindi consentito l’acquisto di un biglietto di altro settore da parte dell’abbonato, rappresentasse niente altro che un’elusione del provvedimento del giudice sportivo.
Crediamo che le norme in questione presentino problemi interpretativi che cercheremo di risolvere confrontandoci con le competenti autorità e adeguando le policy dei nostri abbonamenti, in accordo con la società di ticketing.
Esprimiamo tutto il nostro rammarico per quanto accaduto, in primo luogo stigmatizzando l’episodio di Ancona che ha determinato la problematica della quale si discute, auspicando, però, che i tifosi e la città comprendano che le fondamenta solide di una società ambiziosa si basano anche sul rispetto delle istituzioni e delle regole, oltre che sulla passione e l’amore dei tifosi che ogni giorno ci spinge a diventare modello virtuoso di società sportiva, sotto tutti i punti di vista.