La gioia è rinchiusa negli occhi della gente, del popolo fiorentino che esce dallo stadio trionfante. La gioia è rinchiusa negli occhi dei ragazzi più giovani (non che io sia matusalemme, eh!) che per la prima volta vedono la Fiorentina battere la nemica di sempre, la Juve, al Franchi (erano quindici anni che non accadeva). La gioia é rinchiusa negli occhi di Pepito Rossi, che dopo due anni lontano dai campi, diventa l’eroe di Firenze, il fenomeno che con la sua tripletta ha affondato la corazzata di Conte. E chi l’avrebbe mai detto che sarebbe finita così, chi avrebbe scommesso un euro a fine primo tempo sulla vittoria viola? Chi? Probabilmente nessuno, o forse solo uno, il primo motore immobile, che, come dice Franco Battiato, ci dovrà pure essere nascosto tra i miliardi di galassie. Ma lasciamo perdere la trascendenza e riprendiamo le fila del racconto di un pomeriggio magico. Eravamo rimasti al primo tempo o meglio ai primi settanta minuti di gara. La Fiorentina spuntata non riusciva a rendersi pericolosa, Rossi era isolato davanti e non sembrava nemmeno al top. La Juve invece da gigante autoritario controllava e quando puntava la porta di Neto dava l’impressione di poter far male da un momento all’altro. Il rigore trasformato da Tevez (fallo di Gonzalo sullo stesso Apache) era la logica conseguenza dell’inerzia della gara. Il buio, pesto, quello da non vederci più niente è sceso sul Franchi prima dell’intervallo con il raddoppio di Pogba. A quel punto i titoli di coda erano già pronti ad essere mandati in onda. Il solito finale amaro per la “madre di tutte le partite” si stava profilando per i tifosi viola. Ma qualcuno da lassù nell’intervallo ha gettato la polverina magica. Allora Neto ha salvato miracolosamente su Marchisio, su Pogba, sul colpo di testa di Chiellini e sulla punizione di Pirlo. Poi dal minuto 70, da quel rigore trasformato da Pepito ha inizio un’altra storia. Una storia da tramandare ai nipoti, da inserire direttamente nell’album dei ricordi. Il tiro di Rossi che è sfuggito al controllo di Buffoni (2-2). Il colpo chirurgico di Joaquin (3-2), l’apoteosi viola con la terza stoccata di Pepito (4-2). La Juve è battuta. Firenze esulta!
« Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande
che per mare e per terra batti l’ali,
e per lo ‘nferno tuo nome si spande! »
Dante, Inferno canto XXVI
E l’inferno ha un solo colore…anzi ne ha due…il bianco e il nero, non ce ne voglia il sommo poeta!