E’ una partita che regala mille ricordi. In tribuna applausi per Re Leone accolto dai vecchi cori con cui Batistuta calcava il prato del Franchi. Nel Verona al centro dell’attacco Luca Toni, già capocannoniere a Firenze come il bomber argentino.
Quattro minuti e la fascia del capitano si illumina. Borja Valero fa una giocata alla Pepito, si sistema la palla dal limite e in semigirata batte di sinistro Rafael. E’ un fuoco di paglia, si batte il centro e il Verona pareggia con il classico gol dell’ex: Neto respinge il diagonale di Iturbe sui piedi di Romulo che batte il portiere viola sullo stesso palo.
Uno a uno in cinque minuti. Alla terza azione rischia di arrivare il terzo gol, stavolta Borja Valero – ancora in versione attaccante – calcia alto sull’assist a scavalcare la difesa di Rodriguez. Ancora viola in avanti, azione prolungata che Ambrosini – che gioca a centrocampo assieme a Vecino titolare al posto di Pizarro infortunatosi nel prepartita, nda – mette a fil di palo di testa.
Il Verona intanto è micidiale, al secondo tiro in porta raddoppia: minuto 13′, gran sinistro di Iturbe che batte ancora Neto. Incredibile 1-2 ma non è finita.
Altri 60 secondi e Borja Valero pareggia. Quattro reti in quattordici minuti!
La foga agonistica rallenta, l’avvio a tutta porta a ritmi più lenti. Non mancano le sortite offensive, le difese infatti continuano a ballare. Rossi al 24′ per poco non trova il più classifoc dei “gollonzi” quando il rinvio di Rafael finisce sulla sua schiena lambendo poi il palo. Nel finale di tempo esce fuori l’Hellas, ma nel momento migliore dei veronesi – come spesso succede – arriva il colpo da maestro: sinistro di Vargas dal limite, Rafael non ci arriva e 3-2 al 43′. Controrimonta viola.
Si riparte con una novità nell’11 di Montella con Mati Fernandez al posto di Vecino. Inizia male la direzione di gara però, tre episodi che creano nervosismo in apertura: prima un’errata ammonizione ai danni del cileno per una simulazione che non c’era, poi un fallo non fischiato a Romulo in avanti fa arrabbiare il Verona che poco dopo protesta anche per il penalty fischiato ai viola all’8′. In realtà Jankovic in area piccola nega a Tomovic il tiro deviando la palla con la mano: rosso e rigore. Dagli undici metri Rossi per il 4-2.
Al quarto d’ora Rodriguez va vicino al quinto gol, ma il suo colpo di testa finisce di un soffio a lato. Rafael si supera nell’azione successiva, gran tiro dal limite di Pepito ma il portiere veronese vola a deviare in angolo. I viola con il doppio vantaggio e un uomo in più giocano in scioltezza, quella scioltezza che tra Udine e Guimares sembrava un po’ appannata.
Continuano le azioni offensive: 64′, Cuadrado dribbling e tiro destro ma il pallone finisce a lato. L’Hellas però non tira i remi in barca, i viola in difesa continuano a non essere indenni da sbavature. Al 71′ arriva puntuale il patatrac; prima Neto salva su Toni ma poi Jorginho mette nel sacco il 4-3. Montella non si tira indietro, toglie Joaquin per Ryder Matos.
Mati Fernandez prova il destro al 75′, Rafael respinge ma non c’è nessuno per il tap-in vincente. Fa di peggio Matos, sulla punizione di Borja è sulla ribattuta del portiere ma da pochi metri riesce a mettere sopra la traversa!
Non è un assedio, la Fiorentina trema tra centrocampo e difesa tanto che quasi non si vede l’uomo in più. Rafael intanto è deciso a non subire la quinta rete, ancora una volta si supera: all’83esimo è Tomovic a vedersi, ancora una volta, deviare il tiro in corner. Ancora Rafael, d’istinto con i piedi, nell’azione successiva con il tiro di Mati dal limite. Montella vuole il gol sicurezza, gli ultimi minuti restano palpitanti. Al novantesimo il 5-2 non arriva per decisione viola, o meglio Mati Fernandez e Cuadrado arrivano insieme sul pallone facendolo sfilare sul fondo. Tre minuti di recupero, finisce bene una pazza partita di una pazza Fiorentina.