Servirà un’altra Fiorentina il 3 di maggio all’Olimpico. Una Fiorentina che va ad un’altra velocità, una Fiorentina con un’altra voglia, con un altro approccio alla gara. A meno di quindici giorni dalla fatidica data romana, quando Montella si ritroverà davanti il mago delle coppe Benitez, i segnali gigliati non sono incoraggianti.
Dati alla mano, contro le prime tre della classe, la Fiorentina ha raccolto poco o niente. Se poi inseriamo nella lista il doppio confronto con la quinta, l’Inter, la situazione tende a peggiorare ancor di più. E’ vero che i viola sono sempre usciti a testa alta, tuttavia i punti in saccoccia sono stati solo sei. Un’analisi più attenta delle gare ci dice che le vittorie contro Juve (in casa) e Napoli (al San Paolo) sono arrivate sempre in circostanze favorevoli per i viola. Con gli uomini di Conte nello storico 4-2, un super Neto sbarrò la strada a Marchisio e Pirlo per il 3-0 e Pepito Rossi, autore di una tripletta, sfondò la difesa juventina. A Napoli, invece, l’espulsione di Ghoulam consentì un secondo tempo agevole, culminato con la rete da tre punti di Joaquin nel finale. Negli altri match, tra casa, trasferta ed Europa, il piatto piange. La Fiorentina è uscita sempre a testa alta, ma la statistica mera disegna questo scenario: Juventus quattro gare (una vittoria, due sconfitte, un pareggio), Roma (due sconfitte), Napoli (una vittoria e una sconfitta), Inter (due sconfitte). Il dato preoccupa. Gli infortuni di Gomez e Rossi sono alibi importanti e veri, ma la pochezza di pericolosità davanti avuta in questi incontri deve far riflettere. Ieri nel secondo tempo la noia e la rassegnazione del pubblico andava a braccetto con l’abulia degli undici in campo, in grado solo di creare polveroni per proteste futili, ma mai pungenti dalle parti di De Sanctis, che ha passato una vigilia di Pasqua all’insegna della pace e della tranquillità. Il Franchi a dieci dal termine ha iniziato a svuotarsi. Di solito questo succede quando si è sotto di due gol, ma quando c’è da recuperare un minimo svantaggio, si resta sui gradoni a sostenere e a soffrire fino alla fine. Il pensiero popolare era tangibile: questa squadra non segnerà mai. Adesso il tempo scorre veloce verso il big match contro il Napoli di Coppa Italia, mentre dietro i nerazzurri incalzano. C’e da salvare una stagione con la coppa e la faccia, restando davanti all’inguardabile Inter di Mazzarri e degli orientali.