Se non è il pallone il problema, è probabilmente psicologico.
Perso (male) a Napoli, la replica con il Verona era arrivata nei secondi finali mentre contro il Cagliari la sconfitta era stata netta. Con la Juve il campo regala un’inversione di tendenza per i viola che giocano bene e alla pari alla capolista: addirittura la Fiorentina passa in vantaggio su rigore, riesce ad avere il (secondo) penalty del 2-2 ma lo sbaglia come in altra 4 occasioni.
Risultato? La Juve ringrazia, segna il terzo gol e come in altre occasioni i punti rimangono lontani in una classifica inchiodata a quota 49. Classifica che però non significa più Europa, anzi. Il rischio tracollo, se la psicologia è questa, è dietro l’angolo.
La cronaca racconta poco di più , probabilmente fa solo aumentare il rammarico per il risultato finale. C’è il gol di Ilicic all’89esimo, ma i risultati di Genoa e Torino arrivano solo a far salire l’ansia e far scendere i viola verso il settimo posto con l’Inter e i granata a 1 solo punto. Che dire? Impensabile un mese fa, realtà oggi. E domenica contro il Cesena è l’ultima spiaggia, almeno per il campionato. L’Europa League vale davvero tutto, perfino troppo.