Una partita strana che sembra in discesa per la Fiorentina fino a quando non viene ristabilità la parità in campo.
Una gara che alla vigilia sembrava essere a binario unico vive novanta minuti movimentati più dall’arbitro che dalla verve agonistica. La squadra di Sousa merita il passaggio del turno, è fuori di ogni dubbio soprattutto dopo aver centrato una traversa e un gol-non gol che avevano fatto pensare al vantaggio: tra l’altro una volta in 11 contro 10 sembrava poter chiudere una gara che solo una strana espulsione di Zarate ha riaperto.
Sousa comunque sa che uscire dalla Coppa creerebbe vari problemi in un periodo tra la tensione per il calciomercato e la partita della Juve. L’undici iniziale, privo di due difensori per infortunio e squalifica, è fatto per vincere: Zarate e Bernardeschi sono dietro a Kalinic. E’ il 10 però a fare la partita: sulla punizione che costa il rosso a Radovanic, centra il sette che gli toglie la gioia del gol. E’ Chiesa invece a vedere ballare la palla sulla linea, mentre Tatarusanu si trova a fare il movimento giusto per evitare una clamorosa eliminazione nel finale. E poi arriva il rigore, un pestone che vale un penalty: Maran non ci sta, ma Bernardeschi non ascolta le proteste e porta i viola ai quarti di finale.