Ci siamo sentiti lunedì scorso per telefono. Sua moglie me lo ha passato. Dovevo invitarlo alla presentazione del mio libro a Scandicci. Lì per lì non aveva capito chi ero. È bastato un attimo. Madrid, la coppa, il libro.
“Ah! È lei! Quello dei quattro ragazzi che vanno a fare il viaggio a Madrid!”
“Certo! Sono io. So che domani non potrà venire, presentiamo a Scandicci alle nove di sera. Troppo tardi. Ma glielo dico lo stesso. Il 30 maggio sono sessant’anni che si è disputata la finale del Bernabeu!”
“Eh! Eh! È vero! Il suo libro l’ho letto in due giorni! È sempre bello poter ricordare quei momenti!”
La telefonata poi è continuata, gli ho raccontato che Orzan forse sarebbe venuto e che Magnini invece non poteva. Abbiamo parlato del più e del meno, dei miei progetti personali e del nuovo libro che sto scrivendo. Quello che attraverserà gli anni settanta e vedrà la vittoria del secondo scudetto.
“Ci sto pensando, ho scritto il primo capitolo e iniziato il secondo! Sicuramente ci sarà la Fiorentina del ’68/’69!”
“Eh! Lo scriva che in quello Juventus-Fiorentina, quando diventarono campioni d’Italia, io ero in panchina!”
“Come? Lei era in panchina? Nella Fiorentina del secondo scudetto?”
“Macché Fiorentina! Ero in panchina nella Juve! Lo scriva sul prossimo libro!”
Ho Sorriso. Anche lui ha sorriso.
Certo Giuliano. Lo scriverò. E grazie. Per tutto quello che mi ha raccontato di quella partita al Bernabeu.
Grazie.