La Fiorentina vede passare davanti a sé anche la Coppa Italia 2020-2021. Eliminata dalla manifestazione dall’Inter, ora gli uomini di Prandelli non avranno più alcun tipo di “scusa” e tutti gli sforzi psicofisici da qui a maggio dovranno essere dedicati al campionato, dove urgono risultati positivi. La Fiorentina esce dalla Coppa Italia, manifestazione con cui aveva un buon feeling fino a qualche anno fa ma l’intesa sembra essersi assopita. L’ultima finale viola risale al 2013-2014, mentre l’ultimo trionfo in Coppa Italia fu con Chiesa padre, allenatore Roberto Mancini attuale CT azzurro, nel 2000, con un goal di Vanoli in finale contro il Parma a regalare il sesto successo nella storia della Fiorentina.
Fiorentina-Inter 1-2: decide il “solito” Lukaku, non basta Kouame
L’Inter non era sicuramente la squadra più facile da affrontare, soprattutto in questo momento: la squadra di Conte è uscita dalla Champions e si è “scagliata” con grande determinazione su campionato e Coppa Italia. Non a caso le quote delle scommesse calcio di Betway la indicano come candidata principale alla vittoria dello scudetto a quota 2,87 davanti alla Juventus al 14 gennaio. Inoltre Lukaku è attualmente uno dei cinque calciatori, insieme a Cristiano Ronaldo, Mbappé, Messi e Zlatan Ibrahimovic, che possono vincere una partita da soli. Messe da parte le scusanti per la Fiorentina di Prandelli, la sconfitta in Coppa Italia ha riportato alla luce una serie di indecisioni che sembravano essere superate dalla squadra viola. Innanzitutto c’è da considerare la tenuta fisica. I viola hanno retto, anche discretamente bene, l’impatto della corazzata di Conte, però nel secondo tempo supplementare la Fiorentina è stata rinunciataria, schiacciandosi troppo e dando possibilità all’Inter di avanzare. Il goal-vittoria di Lukaku è arrivato tre minuti dopo una stessa occasione del centravanti belga sventata da Terracciano. Oltre a ciò, rimane da considerare anche il fattore mentale: in una stagione finora povera di soddisfazioni, caratterizzata da un cambio tecnico in panchina, una vittoria contro l’Inter in Coppa Italia avrebbe dato morale e sicurezza a un gruppo che si sta ritrovando.
L’ultima finale con il Napoli, mentre l’ultima vittoria con Chiesa in campo e Mancini in panchina
L’ultima finale di Coppa Italia disputata dalla Fiorentina risale alla stagione 2013-2014, quando il Napoli allenato da Benitez ebbe la meglio sulla Fiorentina di Montella, in un Olimpico gremito fino all’ultimo posto disponibile. I partenopei si imposero 1-3, goal di Vargas per la Fiorentina, mentre doppietta di Insigne e goal di Mertens nel finale per il Napoli. L’ultima semifinale, invece risale alla stagione 2018-2019, quando esattamente due anni fa, nel gennaio 2019, uno scatenato Chiesa mandò in tilt la difesa della Roma di Di Francesco ai quarti di finale, mettendo a segno una tripletta in una partita storica: 1-7 all’Olimpico il risultato finale. La Fiorentina venne poi sconfitta in semifinale dall’Atalanta di Gasperini, che perse in finale contro la Lazio. Da Chiesa figlio torniamo a Chiesa padre, perché l’ultima vittoria in Coppa Italia per i colori viola è quella della manifestazione 2000-2001 in cui in campo c’erano Rui Costa, Di Livio, Toldo e Nuno Gomes, per una Fiorentina da poco “orfana” del suo goleador principe, Batistuta. La viola si impose per 0-1 sul Parma con rete di Vanoli nel finale all’86’, conquistando così il sesto successo della propria storia nella competizione della Coppa Italia, risultato che posiziona la squadra di Firenze al quarto posto insieme al Napoli nell’albo d’oro della manifestazione. L’allenatore dell’ultimo successo della Fiorentina in Coppa Italia era Mancini, che sta confermando anche con la nazionale, dopo Inter, Manchester City e Fiorentina, di essere assolutamente un vincente.
La Fiorentina deve assolutamente ripartire dalle ultime prestazioni convincenti in campionato e continuare a lavorare seguendo le indicazioni di mister Prandelli. L’allenatore bresciano conosce bene l’ambiente ed è bravo a lavorare con i giovani, e si trova in mano comunque una rosa che non ha espresso totalmente il proprio potenziale. Il presidente Commisso, proprietario di Mediacom e della squadra di calcio di New York, potrebbe dal canto suo pensare a rafforzare leggermente la rosa in alcuni reparti, soprattutto dal centrocampo all’attacco: quest’ultima zona in particolare sembra un po’ “leggera”, con il solo Dusan Vlahovic a dare garanzie sicure, e in ogni caso il serbo non è un goleador puro, almeno non ancora.