21 punti in 19 partite, 12° posto in classifica a 13 punti dal 6° posto del Napoli, che significherebbe preliminari di Europa League, ma anche a 7 punti (sopra, s’intende) dalla zona retrocessione, con il terzultimo posto occupato attualmente dal Cagliari. Quando siamo ormai al giro di boa della stagione 2020/2021, possiamo dire che il campionato della Fiorentina sia già terminato?
Partiamo dal presupposto che il mondo del pallone è strano, e che tutto può succedere non solo nella singola partita, ma anche nell’arco di un intero campionato; persino le squadre strafavorite, e costruite per vincere lo Scudetto, possono perdere contro chiunque – vedi ko dell’Inter a Genova contro la Sampdoria lo scorso 6 gennaio.
Questo significa che la Fiorentina non deve porsi dei limiti. Vero, è più vicina al baratro della Serie B che al paradiso dell’Europa, ma con ancora tutto un girone da giocare, è lecito puntare a posizioni di classifica più nobili. Se poi non sarà Europa, pazienza: viste le premesse, nessun tifoso fiorentino chiedeva a Cesare Prandelli, subentrato all’esonerato Iachini, di riuscire là dove nessuno dei suoi più recenti predecessori è stato capace di arrivare.
Da questo punto di vista, il mercato portato avanti da Commisso e da Pradè è piuttosto chiaro: puntellare una rosa ritenuta già valida con qualche acquisto che possa innalzare il tasso tecnico e di qualità.
Va letta sotto questa ottica la mossa di Kokorin, talento del calcio russo dalla testa non facile da gestire, ma dalle indubbie qualità. Stesso dicasi per Malcuit, terzino del Napoli fermato da un brutto infortunio ma che prima del ko aveva dimostrato di essere un elemento molto interessante sulla fascia difensiva.
Sono partiti invece Saponara, Cutrone, Duncan e Lirola, giocatori che per un motivo o per l’altro non si inserivano nel contesto tattico ideato da Prandelli. Tuttavia, la conferma di giocatori come Ribery e Vlahovic, con l’innesto a giugno di Bonaventura e Amrabat, lascia pensare che la Viola debba ambire a molto più che un piazzamento di metà classifica.
Se ce la farà? Dipende tutto da lei. 19 partite, quelle del girone di ritorno, significa 57 punti a disposizione: Si comincia dalla trasferta a Torino, impegno non impossibile, anche i bookmakers vedono sostanzialmente un match equilibrato; basta un filotto di risultati utili consecutivi, e le prospettive a medio termine possono davvero cambiare. Radicalmente.