«Penso che questa giornata me la ricorderò per tutta la vita». Il cuore immenso di questa Carrarese ha vinto contro i milioni dello Spezia e tra gli eroi di una giornata indimenticabile c’è anche lui, Diego Vannucci, carrarino doc e protagonista di una prestazione da incorniciare. Le parole del terzino azzurro sono uno tsunami di felicità: «E’ il primo vero derby che gioco e vinco. Eravamo contro una squadra fortissima, ma noi abbiamo dato tutto quello che avevamo, come ci aveva chiesto il mister. Poi vincere così, in rimonta, con tutto lo stadio pieno che ci incitava e l’esultanza generale alla fine, è stato qualcosa di stupendo».
Diego, è come lo sognavi?
«Te lo dico sinceramente: ci speravo tantissimo ad una giornata così. In città c’era un grande entusiasmo, poi conosco tanti amici che mi hanno chiamato, i tifosi ci sono venuti a prendere come nella finale dell’anno scorso e poi entrare per il riscaldamento e vedere così tanta gente che ti incita dal 1′ al 90′, sono tutte emozioni indescrivibili. Questo pubblico ha fatto la differenza».
Corrent ha raccontato che dalle 8 della mattina in ritiro ti sei messo a cantare i cori dei tifosi.
«Dopo la colazione non riuscivo più a prendere sonno e così mi sono messo a cantare in camera i cori della Carrarese per far passare la tensione. Volevo caricare anche tutti i miei compagni».
E’ stata una notte travagliata?
«Io sento tutte le partite. Come le altre volte mi sono addormentato tardi, ma poi mi sono svegliato bello carico. Avevo voglia di cantare ed ero determinato a fare una bella partita, per regalare una gioia ai nostri fantastici tifosi».
Sono stati parecchi sugli spalti a perdere la voce dalla gioia. Chissà cosa avete combinato voi negli spogliatoi dopo il 90′.
«Eravamo contentissimi per una vittoria speciale. Sono sempre tre punti, ma questo successo ci dà ancora più morale e ci fa capire che se ci mettiamo voglia e determinazione possiamo dare fastidio a tante squadre. L’abbiamo visto a Trieste, col Frosinone e questa volta contro lo Spezia. Tutte squadre più attrezzate di noi che hanno obiettivi molto diversi dai nostri».
Riguardo alla partita, meglio il primo o il secondo tempo?
«Decisamente il secondo. Ce l’abbiamo nel dna già dall’anno scorso. Non so come mai, ma ci esprimiamo meglio nelle riprese. Appena i nostri avversari calano, noi ne approfittiamo. Siamo più costanti e a quel punto corriamo più degli altri».
Una Carrarese versione diesel.
«Hai detto bene. Oggi siamo partiti un po’ contratti. Forse perché siamo giovani e inesperti e ci siamo trovati di fronte a giocatori che fino all’anno scorso vedevamo in televisione. Il contraccolpo emotivo si è fatto sentire. Poi piano piano ci siamo sciolti. Loro tutto sommano tenevano palla, ma non avevano avuto grandi occasioni da rete. Eravamo in partita sotto l’aspetto dell’agonismo e della determinazione. Poi nel secondo tempo, volevamo recuperare, eravamo in casa e non potevamo perdere, a quel punto abbiamo dato tutto. Alla fine ci siamo meritati la vittoria, perché nel secondo tempo lo Spezia non ha mai superato la metà campo. In tutto credo che loro abbiano tirato in porta solo due volte: il gol di Bianco e poi l’occasione finale di Mastronunzio».
A chi dedichi questa super vittoria?
«A tutte le persone che mi vogliono bene che erano in tribuna, alla mia ragazza, ai miei famigliari e a tutto il pubblico di Carrara. Non ho parole per descriverlo. Oggi i tifosi sono stati superlativi. Era come se in campo fossimo in 4000 e passa. Hanno giocato tutti al nostro fianco. Ci hanno dato una mano incredibile. Ho rivissuto le stesse emozioni della finale col Prato dell’anno scorso: dalla preparazione, alla consapevolezza di giocarci tanto. Forse è stata questa la forza che ci ha spinto a vincere».