20 punti in classifica, 5 vittorie, 5 pareggi, 19 sconfitte e 50 gol subiti in 29 giornate. Sembrerà strano, ma vogliamo partire da questi dati non certo esaltanti per lanciare un messaggio di speranza rivolto all’ultima tappa del campionato della Carrarese. In questa stagione gli azzurri hanno dovuto affrontare difficoltà interne ed esterne di ogni tipo: un gruppo profondamente rinnovato, una partenza disastrosa, infortuni, il cambio di tre allenatori, solo per fare qualche esempio. Qui sta il paradosso di questa stagione tribolata: i numeri della squadra sono da profondo rosso, ma questo gruppo è ancora lì, con i denti e con gli artigli aggrappato a quel penultimo posto che vorrebbe dire playout. Nell’arco di 29 giornate abbiamo visto la Carrarese cadere tante volte, ma anche rialzarsi. Un po’ come Highlander questa Carrarese, sbattuta, picchiata, a volte anche umiliata, non muore mai. Non lo dice il cuore, ma la classifica e il calendario del prossimo turno di campionato. La sconfitta contro il Barletta è stata una mazzata che probabilmente si è fatta sentire anche contro la Nocerina, ma al di là del punteggio finale (3-0), una sconfitta a Nocera Inferiore era preventivabile e non fa scandalo. Semmai era quella col Barletta la gara assolutamente da non perdere, ma nonostante tutto nulla è compromesso. La Carrarese ha ancora le stesse chance di salvezza che aveva il 28 aprile grazie a due fattori: l’1-0 del Catanzaro sul Sorrento segnato a tempo scaduto due settimane fa e il vantaggio di 5-2 che gli azzurri hanno negli scontri diretti sul Sorrento (0-2 e 5-0). Sembra passato un secolo: era il 20 gennaio (terza giornata di ritorno), sulla panchina sedeva ancora Nello Di Costanzo e la squadra aveva messo a segno quello spettacolare 5-0 sui rossoneri campani. Tra l’altro quella è finora anche l’ultima vittoria casalinga. Su quella cinquina si può decidere l’intera stagione della Carrarese, perché dà a Corrent e compagni un vantaggio enorme per domenica prossima. Ribadiamo il nostro messaggio di ottimismo: non è mai bello perdere 3-0, ma la sconfitta di Nocera Inferiore non ha compromesso nulla, tutto può ancora succedere e soprattutto la Carrarese rimane padrona del suo destino a differenza del Sorrento che deve sperare in un passo falso degli azzurri. E’ come se si giocasse un campionato parallelo con la Carrarese in testa e il Sorrento a inseguire. Mancano solo 90 minuti e la Carrarese deve dare tutto per vincere il suo campionato. Domenica scorsa il Sorrento ha trovato un Frosinone già appagato, ma questa volta sarà diverso. La Carrarese ospiterà il Latina, quarto in classifica con 52 punti. A Sorrento andrà la Nocerina, terza con 53 punti. Due squadre ancora a caccia di punti per il miglior piazzamento in chiave playoff. Il Latina dovrà cercare di vincere per superare la Nocerina e non farsi raggiungere (e quindi scavalcare) dal Pisa (49 punti) impegnato contro il già promosso Avellino (i nerazzurri sono in vantaggio nello scontro diretto). La Nocerina a sua volta dovrà vincere per non farsi superare dal Latina; più difficile che possa sopravanzare in seconda posizione il Perugia (55), impegnato in casa di una Paganese fuori dai giochi. In altre parole quelle di domenica saranno due partite vere, con quattro squadre alla ricerca della vittoria e questo se non altro toglie ogni fantasma o dietrologia. In queste sfide da dentro o fuori sarà fondamentale l’aspetto mentale più che tecnico. Il gruppo dovrà arrivare a domenica col morale più alto possibile. Nella Carrarese giocano tanti giovani e proprio per coloro che vengono dalle primavere forse in questo momento c’è bisogno di qualche pacca sulla spalla in più. Starà ai compagni più esperti trasmettere certe sensazioni ai più giovani, ma un ruolo fondamentale sarà anche quello dello staff tecnico, della dirigenza e dei tifosi. Nervosismo, recriminazioni, contrasti dovranno rimanere fuori dallo spogliatoio. Bisognerà raccogliere ogni granello di ottimismo rimasto, spingere forte sugli aspetti positivi, dare coraggio a questi ragazzi e poi giocare contro il Latina una partita da 110 e lode, perché, se bisogna essere pragmatici e mettere da parte la poesia, è anche vero che il calcio è fatto di sogni e di emozioni.