Il Direttore Sportivo azzurro Pietro Accardi ha parlato in conferenza nella sala stampa Antonio Bassi dello Stadio Carlo Castellani Computer Gross Arena al termine del mercato invernale.
“Perché la scelta di affidare la panchina a Davide Nicola? – ha iniziato Accardi – Come società abbiamo voluto dare un messaggio, in primis ai calciatori, con l’arrivo di Nicola. Sappiamo che quest’anno ci giochiamo tanto, lo abbiamo scelto per la voglia di compiere questa impresa, che è difficile ma non impossibile. Il motivo è proprio per questo: è un allenatore esperto e competente, che ha fatto già vedere di che pasta è fatto. La squadra oggi è diversa, lo testimoniano anche i numeri: 3 risultati utili consecutivi, 4 gol fatti e uno subito. Noi ci crediamo e sappiamo che fino alla fine dovremo sputare sangue. Se mi aspettavo questo impatto ? Ci speravo, questo sì, perché se l’abbiamo preso è perché siamo convinti che fosse la persona giusta conoscendo anche i calciatori. Avevamo bisogno di un allenatore come lui, oggi siamo contenti ma sappiamo di essere solo all’inizio del percorso. Dobbiamo essere concentrati sul presente”.
“La trattativa che ha portato a Niang? – ha proseguito – Ho fatto una lunga chiacchierata con M’Baye e lui ci ha subito dato la disponibilità di venire a Empoli ed ha sempre mantenuto questo desiderio. Poi purtroppo le dinamiche ci hanno portato ad aspettare, perché all’inizio pensavamo si potesse svincolare ma poi abbiamo dovuto cambiare strategia. La volontà del ragazzo è sempre stata quella di venire ad Empoli nonostante avesse anche altre richieste. Ho trovato un ragazzo molto motivato, sa benissimo quello che si gioca l’Empoli e di conseguenza quello che si gioca lui. Si è messo in discussione senza particolari pretese, con sei mesi di contratto e con rinnovo legato a obiettivi personali e di squadra. Questo ci ha dato la voglia di prenderlo, con lui abbiamo completato un reparto in cui probabilmente mancavano delle caratteristiche. Quando è nata la trattativa? Stavamo cercando dei giocatori con certe caratteristiche, come primo obiettivo abbiamo preso Cerri, poi è nata una nuova opportunità. Ci siamo chiesti se era il caso di intervenire. La trattativa è nata i primi di gennaio, quando abbiamo capito che era una possibilità ci siamo presentati. Ci ha fatto grande piacere che sin da subito M’Baye abbia sposato il nostro progetto. L’arrivo di Goglichidze? È stata un’operazione da Empoli, che nasce tre anni fa quando Levan Mchedlidze ci ha chiamato dicendoci che c’era un ragazzino interessante. Da lì abbiamo iniziato a seguirlo e quest’anno c’è stata l’opportunità, anche per lo slot disponibile di extracomunitario. Stiamo parlando di un giovane, bisogna dargli la possibilità di crescere. Siamo molto contenti di averlo con noi, è un ragazzo di prospettiva. La voglia di rivalsa di Cerri e Zurkowski? Una delle motivazioni è questa ma non è la sola. Cercavamo certe caratteristiche e in loro le abbiamo trovate. La loro motivazione nello sposare il nostro progetto ha fatto la differenza. Zurkowski lo possiamo considerare un figlio di Empoli, lo avremmo voluto riprendere anche prima. Sapevamo di riportare a casa un giocatore che ci avrebbe dato tanto sia dal punto di vista fisico, tecnico e tattico ma anche per senso di appartenenza. Lui ama ed è amato da questo ambiente, si vede in tutto quello che fa”.
“La cessione di Baldanzi? – ha proseguito – Sapete benissimo che l’Empoli è una società virtuosa che sta attenta a tutto, anche ai conti. Di conseguenza quando ci sono queste opportunità, sia per il calciatore che per la società, dobbiamo prenderne atto e valutarle. Ci sono momenti in cui la società è più forte e può decidere di non vendere e altri in cui decide di farlo. Non ci sentiamo indeboliti dalla partenza di Baldanzi: qui a Empoli non è il singolo a fare la differenza ma il gruppo, è il gruppo che esalta il singolo e non viceversa. Perché la cessione di Baldanzi è avvenuta a gennaio e non la scorsa estate? In estate erano stati già ceduti Parisi e Vicario, due cessioni importanti. Poi perché fondamentalmente la società non aveva l’esigenza di dover vendere da un punto di vista economico. Nel momento in cui si è presentata un’opportunità grande per Tommaso, perché stiamo parlando della Roma, per il bene della società siamo tenuti a prendere in considerazione queste cose. Quando investi sui giovani si sa che l’Empoli è un’opportunità per farli andare in palcoscenici importanti. La società vive e si nutre di questo. Il bene del ragazzo e della società era prendere in seria considerazione questa cessione Guarino in prestito al Modena? Gabriele ha avuto sei mesi difficili per problemi fisici. Era vicino al rientro ma abbiamo preferito mandarlo al Modena per avere la possibilità di giocare con continuità. Il reparto difensivo? Abbiamo 3-4 difensori di ruolo e all’interno della squadra ci sono altri giocatori che possono fare benissimo i braccetti della difesa a tre, sentiamo di avere le caratteristiche di cui l’allenatore ha bisogno, per cui non abbiamo ritenuto opportuno intervenire. Se ci sono state richieste per Fazzini? Jacopo è un giocatore che sta crescendo e che è molto considerato ma non l’avremmo mai venduto a gennaio perché pensiamo che debba fare un ulteriore step. Siamo convinti che oggi ci possa dare una grossa mano. Se c’è stata la possibilità di perdere Cambiaghi? A noi non è arrivata nessuna chiamata”.
“Sarà fino alla fine un campionato con tantissime squadre coinvolte oppure questo equilibrio si romperà? – ha concluso – Questo non possiamo saperlo, ma è un campionato particolare in cui fino alla fine ci giocheremo in tanti la Serie A. Per esperienza sia da calciatore che da allenatore il concetto è molto chiaro e semplice: il campionato finisce quando gli altri decidono di farlo finire, ma se noi lottiamo ci sarà sempre il punto su punto. Dipenderà molto da noi, siamo concentrati su quello che dobbiamo fare noi a prescindere da quello che fanno le altre. Il percorso lo determiniamo noi, il futuro ed il presente lo determiniamo noi. Siamo concentrati in questa direzione”.