Prende il via la seconda fase della collaborazione tra l’ospedale sardo e il club calcistico con progetti di ricerca su riabilitazione cognitiva, psicologia dello sport e monitoraggio delle performance relazionali
Si apre la seconda fase della collaborazione tra Mater Olbia Hospital (Moh) e Olbia Calcio nata per offrire assistenza sanitaria ai giocatori dell’Olbia Calcio e che ora si estenderà ai progetti di ricerca condivisa. Una collaborazione che vuole essere un primo decisivo e innovativo passo nella condivisione delle competenze di una delle strutture sanitarie più all’avanguardia della Sardegna e del principale club calcistico professionistico del Nord dell’isola.
Per quanto attiene alle linee di ricerca, l’ospedale si sta muovendo nel campo della riabilitazione che, negli ultimi vent’anni, ha subito una significativa trasformazione in ambito clinico e sportivo, grazie all’introduzione di tecnologie a supporto dello studio delle funzioni atletiche e dell’eventuale recupero nel quadro di una più generale revisione del lavoro riabilitativo in chiave cognitiva con le scoperte delle scienze a questo collegate.
La tecnologia arriva in soccorso anche per quanto riguarda l’ambito relazione e comportamentale del team, attraverso l’ideazione di una nuova piattaforma digitale in grado di favorire la comunicazione interna tra giocatori e staff e finalizzata a preservare il benessere dell’atleta e a migliorare le prestazioni della squadra.
Il secondo step della partnership vede quindi l’adozione di Relate Perform, un sistema di auto e reciproca valutazione che si pone l’obiettivo di ottimizzare le prestazioni dei team sportivi. La piattaforma consiste nell’utilizzo di un’app e nello svolgimento di seminari on line che permettono di monitorare il comportamento individuale e il miglioramento delle relazioni e delle prestazioni attraverso un sistema di profilazione accessibile e approfondito, strumenti di coaching online interattivi e metriche di progresso. Le autovalutazioni dei singoli atleti consentono all’allenatore di valutare lo stato motivazionale degli stessi e di migliorare le relazioni tra giocatore e allenatore e tra giocatore e giocatore.
“Questa collaborazione con la squadra calcistica è un segnale che il Mater Olbia è presente a 360° sul territorio sardo, rivolgendosi a tutta la popolazione così come alle realtà sportive”. Lo ha dichiarato Rocco Bellantone amministratore delegato del Mater Olbia, in occasione dell’incontro con la stampa.
“Con il Mater Olbia procediamo in un percorso che unisce più discipline per migliorare sport e individuo – ha sottolineato Lucio Rispo, Qatar Foundation Endowment. Numerose ricerche scientifiche, come ad esempio lo studio dell’Harvard T.H Chan School of Public Health, pubblicato sul British Medical Journal, dimostrano che uno stile di vita sano permette di vivere liberi da malattie croniche per 7-10 anni in più, in un’epoca in cui l’età media è di 72 anni e il numero di persone di età pari o superiore a 60 anni, secondo l’Oms, dovrebbe raggiungere i 2 miliardi nel 2050. Come Qatar Foundation investiamo da anni assieme ad Aspire Academy nello sport che questo sia elemento per migliorare uomo e società. Aspire gestisce programmi di sviluppo dello sport attraverso metodi di allenamento sportivo innovativi e completi e i suoi ricercatori contribuiscono alla nostra crescita nello sport mondiale”.
“La filosofia dell’Olbia Calcio è sempre stata quella di presidiare le frontiere della ricerca tecnologica e scientifica al fine di poter ottimizzare e migliorare le prestazioni in campo” ha puntualizzato il presidente del club bianco Alessandro Marino. “Per questa ragione – spiega – essere partner founder del Mater Olbia in un progetto così ambizioso e innovativo ci motiva, entusiasma e gratifica sia perché esso risponde in pieno alle linee guida della nostra mission, sia perché è la dimostrazione di come due eccellenze del territorio possano fare sistema e generare un nuovo valore mettendo in correlazione le proprie conoscenze e competenze. Da parte del club ci saranno dunque il massimo supporto e interesse a mettere a disposizione il know how costruito e migliorato in questi anni di professionismo per sviluppare i progetti di ricerca che saranno inseriti all’interno del Mater Olbia Sport Lab”.
“Un plauso all’Olbia Calcio, al Mater Olbia Hospital e a tutti coloro che hanno dato vita alla partnership” ha dichiarato Francesco Ghirelli, Presidente Lega Pro.
“È un ‘gioco di squadra’, un’unione di competenze ed eccellenze al servizio della salute, del benessere, dello sport e del calcio. È un progetto ambizioso e innovativo che rende ancora più forte la relazione tra il club e il territorio. Si viene a creare, infatti, un modello di scambio reciproco di professionalità e competenze che può essere un valore per il mondo del calcio. Il calcio, come si vede con il Covid-19, è per le sue caratteristiche un luogo avanzato di sperimentazione nella salute e nella prevenzione. I risultati raggiunti potranno essere messi a disposizione di tutti i cittadini. Noi siamo la Lega dei servizi e la Convenzione su cui l’Olbia Calcio ha lavorato – ha concluso Ghirelli – potrebbe estendersi a tutti i club che ne volessero usufruire. Noi ce ne faremo carico. Ancora una volta torna il calcio che fa bene al Paese”.
“Tra le novità principali – ha spiegato Vincenzo Maria Saraceni, Responsabile del Reparto Riabilitazione post-acuta e Neuroriabilitazione del Mater Olbia – la conoscenza dell’immagine motoria: immaginare di fare un movimento produce la attivazione delle stesse aree cerebrali che lo eseguono, questo ci consente, ad esempio di preparare il paziente al movimento naturale quando si trova in condizione di forzata immobilità. Altra innovazione è la scoperta dei neuroni specchio. Quando guardiamo una persona che compie un movimento attiviamo gli stessi neuroni che servono per compiere il movimento nella realtà e, in qualche modo, è come se anche noi eseguissimo quell’azione. L’utilizzazione di queste nuove scoperte sta producendo per la riabilitazione un sorprendente avanzamento con risultati non sospettabili per il passato”.
L’utilizzazione di queste nuove scoperte sta producendo per la riabilitazione un sorprendente avanzamento con risultati non sospettabili per il passato.
“Negli ultimi anni si registra una sempre maggiore consapevolezza del fatto che, in ambito sportivo, anche la componente mentale e psicologica possa e debba essere allenata” ha dichiarato lo psicologo dell’Olbia Calcio Francesco Piras. “Il lavoro dello psicologo all’interno di un contesto sportivo di squadra, così come in quello individuale, presuppone la considerazione che in prima istanza, ancor prima di aver a che fare con atleti e professionisti, ci si deve confrontare con essere umani e quindi ragazzi e uomini dotati di una propria psiche che comprende tanto l’aspetto cognitivo quanto quello emozionale. In questo senso – prosegue – è fondamentale operare, attraverso l’utilizzo di strumenti quali colloqui individuali, somministrazione di test periodici, incontri di gruppo, osservazioni strutturate ed esercitazioni personalizzate al fine di aumentare la consapevolezza in ciascun componente del gruppo e così tendere a un’ottimizzazione delle prestazioni e delle relazioni all’interno di esso. Osservo che, tuttavia, in ambito sportivo, ancora troppo spesso si tende a coinvolgere la figura dello psicologo in situazioni già critiche o compromesse con richieste di tipo ‘taumaturgico’, laddove invece sarebbe opportuno e più funzionale una programmazione preventiva e sistemica del lavoro, come avviene all’interno dell’Olbia Calcio che da ormai 5 anni utilizza e sviluppa la piattaforma Olbia Knowledge”.
La tecnologia offre soluzioni per calare questi principi nella pratica sportiva quotidiana. Relate Perform Indicator – Sport (RPI-S) identifica ciò che motiva l’atleta e quali sono i suoi punti di forza e le sfide nelle relazioni di squadra e allenatore-atleta. Il singolo profilo rivela anche le strategie di lavoro di squadra preferite e come adattare la comunicazione individuale per offrire il meglio. I risultati dell’RPI-S suggeriscono all’allenatore come ottimizzare l’ambiente di allenamento e le prestazioni.
Allo stesso modo il sistema identifica le motivazioni dell’allenatore, i punti di forza e le sfide nella relazione allenatore-atleta. Il profilo RP Coach rivela anche come adattare la comunicazione dell’allenatore per valorizzare la propria attività e quella degli atleti.
I seminari online integrano gli strumenti di coaching: all’interno di un forum interattivo, i partecipanti acquisiscono una maggiore comprensione di come i loro bisogni psicologici influenzino le loro relazioni e le loro prestazioni in un ambiente di squadra; e come le loro azioni possano contribuire alle sfide di performance del team.