Un Livorno cinico e spietato avvicina la vetta della classifica in virtù del pareggio del Sassuolo e rimette il Verona a quattro distanze, pure gli scaligeri fermati sul pari.
Gara quella di oggi che si presentava piena di incognite e di insidie contro una squadra, quella piemontese che nel mercato di gennaio aveva cambiato ben 11 giocatori oltre al ritorno in panchina di Braghin dopo la negativa parentesi Camolese, inoltre i carichi di lavoro a cui Nicola aveva sottoposto la sua truppa nella lunga sosta, in particolare dopo la non esaltante gara di Padova aumentavano le incertezze. Invece tutto bene, un Livorno sapiente e attendista come ben conosciamo, ma pur sempre concentrato e attento, oltre ad essere in una ottima condizione fisica che alla distanza si è nettamente evidenziata rispetto ai bianchi piemontesi.
Mister Nicola dispone di tutto l’organico e allora decide di tornare al vecchio modulo 3-4-3 che vede davanti a Fiorillo Bernardini, Emerson e Lambrughi, linea centrale con Schiattarella e Gemiti esterni, Luci al rientro dopo la squalifica e il debuttante dall’inizio Duncan in mezzo, Paulinho, Siligardi e Dionisi tridente offensivo con quest’ultimo col compito di aiutare in mezzo quando le contingenze della gara lo rendano necessario.
Sull’altro fronte Braghin schiera davanti a Valentini una linea con Vinci, Abbate, Ranellucci e Sini (un ex) in mezzo Genevier e Filkor (altri due ex) con Erpen a destra e Cristiano a sinistra, Eusepi e Grosso terminali offensivi.
Labronici che partono subito decisi, Siligardi offre a Dionisi una palla d’oro ma il calciatore si allunga un po’ troppo il pallone e Valentini riesce a salvare, poi è la Pro Vercelli che mette fuori il naso perchè riparte bene, Erpen e Cristiano si alzano velocemente e mettono in allarme la difesa livornese nelle veloci fiondate d’attacco ma Nicola sacrifica in un ingrato compito i mediani senza abbassare le punte, giocano bene i vercellesi, a viso aperto e senza reverenze, un’altra squadra quella di oggi ancorchè profondamente rinnovata. Si va all’intervallo sul risultato ad occhiali ma alla ripresa si vede subito che è un altro Livorno, la squadra inizia a pressare con intensità, la velocità delle giocate aumenta, si erge a vero dominatore del centrocampo il neo arrivato Duncan, il ghanese è forte nei contrasti, recupera una miriade di palloni, imposta bene anche con precisi e lunghi lanci, va anche prepotentemente al tiro (diremmo proprio un ottimo acquisto l’ex interista), la squadra cresce a vista d’occhio, il gioco si fa più spumeggiante, Braghin intuisce il pericolo e ricorre alle sostituzioni di Grossi ed Erpen con Ragatzu e Germano nel tentativo di far respirare una squadra che inizia a boccheggiare ma è verso il 25° che Bernardini conquista una palla sulla destra, scende verso il fondo andando al cross che Paulinho con una perfetta scelta di tempo gira in rete di testa imparabilmente, Nicola decide di dare spazio anche a Dell’Agnello per far rifiatare Dionisi un po’ stanco dopo tanto correre, Braghin manda in campo Greco (un attaccante) al posto dell’esterno Cristiano nel chiaro tentativo di recuperare un risultato che lo penalizza, anche Nicola vuole bilanciare meglio la squadra ed allora spazio a Belinghieri per Paulinho e pochi minuti dopo Siligardi conquista palla ai 40 metri, va in slalom tra tre-quattro avversari e all’ingressso in area scarica in velocità un tiro di destro secco ed imparabile che da il raddoppio al Livorno (semplicemente UN FANTASTICO GOAL DA CINETECA DEL CALCIO). I piemontesi non hanno neppure più la forza di reagire, nel finale c’è spazio pure per Ceccherini al posto di Schiattarella e la vittoria che significa pure quattordicesimo risultato utile consecutivo, approda con merito al molo labronico.
Un bel Livorno cinico e spietato capace di attendere il momento giusto per colpire senza quasi mai subire se non in un paio di occasioni sulle quali poi si è eretto ad imbattibile il solito Fiorillo. Ed ora la conferma è attesa nella difficilissima trasferta di lunedi 11 nel posticipo serale in quel di Empoli.