Si torna al Picchi in un orario non usuale, cioè le 12,30 e l’ospite odierno è quel Verona allenato dal “SIMPATICO” Mandorlini col quale la tifoseria livornese ha in atto una vera e propria diatriba che si perde nella notte dei tempi addirittura al vittorioso campionato di C1 quando lo Spezia allenato dal mister veronese nella sua frenetica rincorsa sbancò il Picchi, poi l’episodio dello scorso anno in serie B con sempre suddetto “simpatico” che a fine gara dopo la vittoria scendendo verso il sottopasso dello spogliatoio si rivolse alla tribuna con ” gesto dell’ombrello ” ed non ultima la rivalità di fede politica tra le due tifoserie.
Comunque è un Livorno incerottato quello che oggi si appresta ad affrontare i giallo-blu veronesi che all’andata grazie al regalo del direttore di gara che regalò un inesistente rigore riuscirono a prevalere col penalty realizzato da Toni dopo che Rinaudo aveva pareggiato cu corner il vantaggio veronese di Iturbe su calcio piazzato.
Curva nord oggi strapiena in attesa degli 800 supporter veneti annunciati, giornata freddina con vento da nord, campo in stupende condizioni, del resto come sempre, e formazione amaranto che alle assenze di capitan Luci per l’infortunio, deve aggiungere Benassi e Ceccherini per squalifica e in ultimo momento pure Biagianti da forfait, così che Di Carlo opta per Bardi in porta, Coda, Rinaudo e Castellini in difesa, sale nel ruolo di play-maker Emerson con Greco e Duncan ai lati, Mbaye e Mesbah occupano le fasce, Paulinho ed Emeghara in attacco.
Il Verona schiera invece Rafel tra i pali, difesa a quattro che vede Cacciatore, Moras, Marques, Albertazzi, a centrocampo Romulo, Donadel e Marquinho, in avanti Jankovic, Toni e Iturbe.
Senza dubbio la squadra veronese ha un notevole tasso tecnico che ne ha fatto la vera sorpresa del torneo con individualità di rilievo come il sempreterno Luca Toni, il sudamericano Iturbe, Jankovic, Cacciatore Marquino ecc. – a dirigere la gara Peruzzo di Schio.
Nel complesso siamo sui 12.000 presenti, un bel colpo d’occhio e probabilmente la vittoria di Cagliari ha ridato linfa e speranza al popolo livornese.
Primo tempo che consacra la forza della squadra veronese che va al riposo con un 3-0 netto che non ammette equivoci, troppo poco il Livorno di oggi che paga in maniera forse eccessiva le assenze forzate, i giallo blu sono letteralmente padroni del gioco e dopo una ventina di minuti di studio trovano con un tiraccio di Jankovic dalla distanza il vantaggio pur se Bardi non ci è sembrato esente da colpe, dopodichè con la difesa labronica completamente allo sbando e presa in velocità trovano le reti di Romulo e Toni liberi e soli davanti a Bardi.
Niente da dire sulla forza e la qualità della squadra diu Mandorlini che sviluppa un buon gioco, sempre padrona del rettangolo verde e soprattutto con grande forza e velocità sulle fasce dove Romulo e Iturbe a destra e Albertazzi e Jankovic dal lato opposto la fanno da padroni, del Livorno c’è poco da dire, troppo fragile nella condizione odierna per contrastare la compagine veneta.
Ripresa con la Nord che espone uno striscione di solidarietà allo sfortunato Luci e si alza un grande applauso per Andrea.
Verona che crede già fatta la gara e Livorno che trova la forza della disperazione e dopo vari attacchi e occasioni tra il 26° e 27° con Paulinho e Greco trova due reti bellissime che riaprono la gara, gli amaranto hanno cuore ed il Verona soffre anche perchè la squadra ridisegnata da Di Carlo è altra, Emerson torna centrale, entrano Gemiti e Belfodil per Castellini e Rinaudo così che la fase offensiva trova maggior slancio, anche Mandorlini corre ai ripari coprendosi maggiormente con gli innesti di Sala e Donati per Romulo e Iturbe, poi anche Gomez per Jankovic, anche Di Carlo gioca l’ultima carta della disperazione, entra Mosquera per Mbaye ma purtroppo il Livorno non ce la fa a recuperare un risultato che alla luce di quanto visto nel secondo tempo avrebbe ampiamente meritato, purtroppo non è un anno certamente fortunato però dopo il disastro della prima parte il Livorno ha dimostrato di esserci e di potersela giocare, cresce Belfodil, c’è un ottimo spirito e questo dovrebbe permettere ai ragazzi amaranto di giocarsela fino in fondo anche se di certo sarà dura, durissima e soprattutto occorrerebbe che anche la dea bendata adesso girasse un poco la bandiera che fino ad oggi è sventolata solo da una parte.