Correva l’anno 1860 e Giuseppe Garibaldi dopo lo sbarco a Marsala con i suoi 1000 ai quali si erano aggiunti 500 volontari siciliani stava combattendo tra Piano dei Romani e Segesta in quella che resterà nella storia come la battaglia di Calatafimi contro l’esercito del Regno delle Due Sicilie forte di ben 3000 soldati (il doppio dei garibaldini) agli ordini del gen.Francesco Landi e la battaglia creava grandi difficoltà alle camicie rosse di Garibaldi causa l’evidente superiorità numerica di uomini del gen.Landi, così che Nino Bixio il fedele comandante di Garibaldi stava per apprestarsi ad ordinare la ritirata e così, narra la leggenda, che allora Garibaldi opponendosi ordinò a Bixio “ QUI SI FA L’ITALIA O SI MUORE “ e le truppe garibaldine vinsero la battaglia ed iniziò la liberazione della Sicilia e la corsa verso Roma.
Ovviamente è una metafora per dire che oggi il Livorno è obbligato a vincere per sperare di iniziare in queste ultime dieci gare il percorso verso la salvezza, verso il traguardo della permanenza nella serie cadetta così faticosamente conquistata nell’annata 2001/02 con quel goal di Igor Protti in quel di Treviso, dopo un trentennio vissuto nell’anominato delle serie inferiori tra fallimenti e retrocessioni con addirittura il campionato di eccellenza dilettanti toscana.
Ed oggi è vita nuova perchè lunedi c’è stato l’ennesimo cambio in panchina, via Panucci ed al capezzale del malato labronico ritorna dopo ben 11 anni Franco Colomba, ricordato per il suo debutto nella massima serie nella gara di S.Siro contro il Milan stellare che fu però inchiodato sul 2-2 e graziato con l’annullamento del validissimo goal di Lucarelli negli ultimi minuti di gara e con ben 10.000 supporter livornesi al seguito con la famosa bandana “ Silvio arriviamo “
Molta acqua è passata nel frattempo, da quella cavalcata magica da Colomba a Donadoni, poi alla Coppa Uefa con il goal del portiere Amelia all’ultimo minuto a Belgrado ed i fasti della massima serie di quegli anni, ma ora occorre guardare in faccia una realtà ben diversa ed allora vediamo come Colomba si appresta a giocarsi questa fondamentale gara. C’è un ritorno al modulo 3-5-2 che vede Pinsoglio in porta, Ceccherini, Emerson e Lambrughi in difesa, Moscati ed Antonini sugli esterni, Valoti, Luci e Cazzola in mezzo, Fedato e Vantaggiato in attacco, in panca Ricci, Gasbarro, Borghese, Regoli, Aramu, Schetino, Baez, Biagianti, Comi.
La risposta di Foscarini è in un modulo a specchio che vede Pigiacelli tra i pali, Bani, Coly e Legati in difesa, centrocampo con Germano, Ardizzone, Bude, Castiglia e Mammarella, le punte Marchi e Beretta, a completare Melgrati, Filippini, Redolfi, Lombardo, Emmanuello, Mustacchio, Forte, Sprocati e Starita.
Direzione di gara affidata a Ghersini di Genova.
Tutto pronto, una buona cornice di pubblico in questa spendida giornata di primavera, circa 6000 supporter amaranto ed una sparuta rappresentanza piemontese con una ventina di “aficionados” e la Nord che sembra oggi farsi risentire. C’è il minuto di silenzio per i drammatici fatti dell’incidente in Spagna e l’eccidio di Bruxelles.
Primi cinque minuti di gara e non succede niente, le squadre si stanno assestando e notiamo che gli amaranto nelle fasi di possesso palla della Pro Vercelli arretrano gli esterni Moscati e Antonini formando così una difesa a cinque, il primo corner è dei bianchi vercellesi al 10′ che fino a qui sviluppano come del resto era prevedibile un buon possesso e giro palla a centrocampo, risponde comunque bene il Livorno, la gara è molto tattica ed equilibrata fino a questo punto e siamo al 20′ col secondo corner a favore degli amaranto e l’opportunità della deviazione di Vantaggiato respinta da Pigliacelli. Fallo e giallo per Ceccherini al 25′ con conseguente punizione a favore della Pro, batte Mammarella e c’è l’occasione per la testa di Marchi che incorna fuori, mezzora di gioco e non si sblocca niente, squadre un poco contratte e attente anche se entrambe provano a vincere con rapidi affondi, Vantaggiato in rovesciata senza forza, ammonizione anche per Valoti, tiro di Fedato e terzo corner, scontro tra Emerson e Castiglia col labronico che rientra con una grande bendatura alla testa e finisce il tempo col risultato di parità, una gara non spettacolare condizionata dalla paura di perdere da entrambe le parti, non ha giocato male la squadra labronica ma occorre più rapidità nello sviluppo della manovra e più precisione negli appoggi alti altrimenti è difficile sbloccare una gara dove i piemontesi dimostrano una buona organizzazione tattica ed una difesa ben impostata.
Inizio di ripresa con Emanuello in luogo di Castiglia nella Pro Vercelli, siamo al 9′ e Colomba fa entrare Biagianti per Cazzola forse nel tentativo di migliorare le geometrie labroniche, poi anche Comi fa il suo ingresso per Fedato e questo decisamente ci resta difficile comprenderlo. Ci prova Biagianti al 15′ ma il suo tiro è di poco fuori, c’è maggior pressione del Livorno in questo secondo tempo ma purtroppo una grossa difficoltà nel creare palle goal, la Pro risponde manovrando palla e andando per improvvisi lanci, entra Redolfi per Bani nei bianchi mentre si supera il 20′ e c’è una girata di Moscati alta di un soffio, siamo alla mezzora e c’è una punizione per la Pro pericolosa visto che nei piemontesi c’è lo specialista Mammarella ma il tiro è senza esito. Entra anche Mustacchio per Beretta nella squadra di Foscarini che tenta così di far suo il risultato, entra Baez per Valoti nei labronici e c’è l’ammonizione pure per Comi, ci prova disperatamente il Livorno ma Vantaggiato non colpisce una palla che era facilissimo spingerla in rete ed è il 40′ con Moscati che batte al volo il cross di Baez e la palla che lambisce l’incrocio ed esce , proprio non va perchè al 47′ Coly toglie sulla riga la palla di Vantaggiato, riparte la Pro ed ecco la beffa con Luci che colpisce di mano in area ed è rigore, Marchi batte ed è il vantaggio 1-0 per la Pro Vercelli ed ora è vero dramma perchè il Livorno finisce in piena zona retrocessione al terzultimo posto scavalcato dal Vicenza al quale sabato gli amaranto andranno a far visita.