Sarà anche vero che, come dicono in molti, il Pisa può giocarsela con tutti, ma è altrettanto vero che con le squadre di alta classifica spesso la differenza la fanno gli episodi, l’esperienza e la qualità. E forse l’attuale mediocre settimo posto del Pisa, con una gara in più rispetto alle altre squadre, rispecchia i reali valori dei neroazzurri, molto più vicini al nono posto che al quinto, obiettivo minimo stagionale. E per fortuna che il Lecce ha espugnato Grosseto, altrimenti a stasera sarebbe anche in discussione l’accesso ai play-off.
Fallire anche questo obiettivo sarebbe davvero troppo, ai limiti dell’umiliazione. Il Pisa sceso all’Arechi ha sì tenuto testa alla Salernitana, fra l’altro squadra che segue i neroazzurri in classifica e quindi non certo una corazzata, ma c’è da dire che nel primo tempo i granata hanno fatto il bello e il cattivo tempo, bucando spesso le disattente maglie neroazzurre e solo per imprecisione e bravura di Provedel il Pisa non ha chiuso la prima frazione con un passivo più pesante. Questa è la realtà, ed è una realtà che non può essere ignorata o nascosta dalle classiche frasi di circostanza. C’è chi spera di arrivare ai play-off e fare il miracolo, c’è chi spera di arrivare decimo e chiudere con questa agonia. Ad oggi la sensazione è che sia più realistico avvicinarsi al secondo filone di pensiero.
Il Match. Menichini non ha gli squalificati Goldaniga e Giovinco e allora cambia modulo e passa al 4-4- 2 con il rientro degli esperti Mingazzini e Favasuli, con Mannini a destra e Napoli avanzato ad affiancare Arma. In difesa Kosnic fa coppia con Rozzio. Gregucci opta per un 4-2-3-1 che ha come pivot Mendicino e alle sue spalle Fofana, Volpe e Foggia liberi di scambiarsi le posizioni. Il clima è rovente, gli spalti sono gremiti (anche grazie a numerose iniziative della società per avvicinare gli sportivi, chissà se Battini sa di cosa si sta parlando) e la Salernitana trae linfa e ardore dalla situazione, partendo a razzo e colpendo dopo appena otto minuti con Volpe che di sinistro al volo approfitta di un indecisione di Pellegrini e piazza alle spalle di Provedel un cross di Mendicino. Il Pisa barcolla, si sfalda e si espone a numerosi contropiede granata; su uno di questi al 14’ Volpe riceve palla da Foggia ma da posizione analoga alla precedente questa volta impatta male la sfera che termina fuori. I neroazzurri provano ad assestarsi, ma il fraseggio è lento e orizzontale e si perde sulla tre quarti avversaria.
Così l’unico brivido all’Arechi lo crea Sabato con una sventola su punizione che sfiora l’incrocio dei pali. La Salernitana sul finire di tempo abbassa i ritmi ma crea comunque due buone occasioni prima con Fofana che di testa non sfrutta a dovere un bel cross di Mendicino e poi con Perpetuini, che trova sulla sua strada un super Provedel che vola a deviare la conclusione in angolo. Nella ripresa Pisa più intraprendente e partita più combattuta, anche se le occasioni da gol scarseggiano. Tante trame interessanti da ambo le parti, vanificate da errori nell’ultimo passaggio o da conclusioni da fuori area imprecise. La girandola di sostituzioni vivacizza i neroazzurri che trovano in Bollino un uomo in grado di creare superiorità numerica. I due portieri restano però quasi inoperosi e l’ultimo sussulto lo regala Mannini in pieno recupero, ma il suo destro da buona posizione è debole e non crea problemi a Gori.