Ed è arrivato il giorno di Francesco Valiani. Il dibattito sull’esistenza o meno delle bandiere segna a Pistoia un punto importante a favore del sì. La città, incline per tradizione al valore dell’appartenza, ha saputo nell’occasione rispondere “presente”. Una location eccezionale per sottolineare con la penna arancione un avvenimento straordinario: a trentotto anni Francesco Valiani, dopo una grande carriera sui campi della serie A e B, torna in C, per riportare in alto la sua Pistoia, ovvero la città in cui é nato e vive e la squadra dove è calcisticamemte cresciuto, che lo ha anche lanciato. Un cerchio che si completa e una bella storia di vita prima ancora che sportiva. Dicevamo della location: l’area di Monteoliveto, laddove fino a mezzo secolo fa pulsava il vecchio cuore arancione, quello delle gesta di calciatori entrati nella leggenda, come Ardico Magnini o il mitico “Cagnolo”, al secolo Romolo Tuci, capitano di mille battaglie. Adesso qui c’é un parco e un locale frequentatissimo della Pistoia di oggi, della quale Valiani è un figlio prediletto. A presentare questo prodotto della pistoiesità, al calar della sera, c’era un emozionatissimo direttore generale, Marco Ferrari, che ha fortemente voluto il ritorno di Francesco; accanto a lui il direttore sportivo Giovanni Dolci, che ha concluso una trattativa tanto difficile quanto appagante. Presenti, in una gremita conferenza stampa, come si addice alle grandi occasioni, il presidente Orazio Ferrari e il main sponsor Vannino Vannucci. Giovane, ma ben consapevole della portata storica del Monteoliveto, Marco Ferrari ha esordito così: “ci troviamo in un luogo che rappresenta un simbolo importante della Pistoia calcistica. Qua sorgeva lo stadio della Pistoiese ed è qui che ci piaceva riabbracciare Francesco, tassello importante della storia calcistica della nostra città. Non vogliano comunque caricare Valiani di responsabilità maggiori di quella di essere un nostro calciatore e di fare ciò che ha sempre fatto benissimo. Si è trattato di una scelta ben precisa da parte della società: riportare alla Pistoiese una bandiera vivente del calcio cittadino, veterano di tante battaglie – molte delle quali in palcoscenici unici come lo sono stati la Serie A e la Serie B. Credo che con l’attaccamento alla maglia e con l’esempio.conquisterà i compagni e i tifosi”. Poi un annuncio importante: “a Valiani sarà affidata la fascia di capitano”. Tutto ciò in vista del centenario della società che ricorrerà nel 2021 ed il cui vessillo campeggiava alle spalle del grande numero 7 orange. “Francesco – ha ribadito Ferrari – è una icona dell’attaccamento alla città e alla maglia. Torna a Pistoia dopo tanti anni per concludere al meglio una carriera gloriosa, iniziata proprio qui. Nel 2021 ricorrerà il centenario di questa casacca. Desideriamo che lui possa essere il capitano che festeggerà questo avvenimento: sarebbe davvero il coronamento di una bellissima storia di sport”. Molto soddisfatto per la trattativa conclusa è apparso il diesse Giovanni Dolci, che infatti ha dichiarato: “Ringrazio la dirigenza e la holding per averci permesso di portare in porto una operazione così importante: e non mi riferisco solo alle qualità tecniche, ma soprattutto a quanto un profilo di questo tipo possa offrire all’interno dello spogliatoio. Inoltre ritengo che il suo innesto, insieme a quelo dei compagni e dell’allenatore, possa restituire entusiasmo alla città, rinsaldando la fiducia che intercorre tra la tifoseria e la società. Cercheremo di costruire una squadra divertente, in grado di riportare la gente allo stadio”.
La scena è passata quindi al festeggiato, Francesco Valiani, che indossava una fiammante sciarpa arancione, donatagli dalla tifoseria ad inizio conferenza. A consegnargliela, a nome del Centro Coordinanento Club Arancioni, un tifoso storico, Maurizio Desideri, mentre in sala erano presenti alcuni giovani sostenitori, a testimoniare l’attaccamento delle nuove generazioni alla Pistoiese. “È un piacere immenso essere qui” – questo l’incipit di Francesco. “Si tratta per me di una esperienza bella e affascinante, che diventa una nuova sfida, perchè abbiamo obbiettivi a uno e due anni importantissimi’. Poi una digressione, che emoziona i presenti: un ricordo di Filippo Nesti, dirigente della Holding Arancione, recentemente scomparso, riguardo un episodio accennato in apertura dal diggì. “L’ho incontrato – conferma – proprio qui al Monteoliveto qualche mese fa. Filippo mi ‘braccò” vicino a quella porta e mi parlò per qualche minuto. Mi disse cose impotanti. Erano presenti altri dirigenti, per esempio Andrea Bonechi, Si parlò anche di alcune piccole incomprensioni, che si erano verificate nel mio preregrinare. Per me è stato fondamentale quell’incontro, visto che il mio obiettivo fin dal 2005, è stato sempre quello di tornare a vestire l’arancione. E adesso la sfida è quella di portare la Pistoiese più in alto possibile. È bene pensare che nell’anno del centenario, o anche prima, possa accadere qualcosa di bello o di bellissimo. Di sicuro ci metterò tutto quello che ho. Penso di aver ancora tanto da dare, anche se sono un po’ imbiancato (ride). Desidero che chi vestirà questa maglia respiri la passione: esattamente ciò che provo io, sia come tifoso della curva, che come calciatore. Voglio pensare – ha chiosato Valiani – all’arancione come una cosa unica con la città, dato che lo è davvero!”.
Al ternine dell”incontro Valiani si concede ai flash del nostro fotografo Niccolò Parigini, ma anche a tanti selfie con i presenti. Il clima e le sensazioni sono molto positivi. C’è gioia e serenità insieme. Un mix che lascia spazio alle legittime speranze dell’ambiente.
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