Riceviamo e pubblichiamo, un intervento del presidente della Holding Arancione:
“Non ho ancora avuto modo di conoscere personalmente il sig. Lehmann né i suoi rappresentanti. La trattativa è sempre stata privata, tra la famiglia Ferrari e questo gruppo di imprese. I soci della holding ne sono venuti a conoscenza al momento della firma del preliminare il 30 dicembre scorso.
Il 5 gennaio ho ricevuto una telefonata dal dott. Limatola che, dopo essersi presentato, mi ha comunicato gli impegni che intende assumere il sig. Lehmann nel contratto preliminare che regola il passaggio di proprietà. Ancora non è stato concluso niente di definitivo. E non ci sono scelte già definite. E’ stata avviata una procedura di cessione con la firma di un preliminare. Il gruppo di aziende interessato alla quota di maggioranza della holding dovrà dimostrare di possedere i requisiti richiesti dalla federazione all’art. 20 del NOIF (certificato del casellario giudiziale e attestazione di solidità finanziaria da parte di una banca in favore dei promissari acquirenti) e subentrare alle fidejussioni. Limatola mi ha garantito che, dopo l’eventuale closing, il sig. Lehmann si presenterà al sindaco e alla holding e illustrerà i propri programmi sportivi e societari.
Non conoscendo il sig. Lehmann, posso esprimere un parere basato solo sulle dichiarazioni dell’advisor. In quest’ottica, se la nuova proprietà
manterrà gli impegni di investimento diretto nella Pistoiese che ha assunto nel preliminare e presenta programmi di rafforzamento della gestione sportiva non c’è che da dire “Benvenuti e buon lavoro”. C’è da mettersi a disposizione, senza fare tanto gli schizzinosi o i romantici. Per salvare la Pistoiese e costruire un nuovo progetto. E quanto più la città, l’ambiente e i tifosi riusciranno a stare vicino e sostenere la società quanto più ci saranno possibilità di successo nel mantenere il calcio professionistico a Pistoia e coltivare nuove ambizioni.
Se gli impegni annunciati si concretizzeranno, la famiglia Ferrari ha concluso un’operazione difficilissima e strategica. Difficilissima perché in un anno e mezzo non si è presentato nessuno con proposte concrete di investimento nella Pistoiese. Discorsi tanti ma quando si arrivava al dunque nessuno garantiva capitale da investire nella Pistoiese o subentrare nelle fidejussioni. Strategica perché nel preliminare il passaggio di quote è stato collegato ad un cospicuo aumento di capitale della Pistoiese che mette a disposizione risorse immediate per il rafforzamento della squadra in questa sessione di mercato. Collegare la cessione delle quote ad un aumento di capitale sulla Pistoiese non è un gesto scontato perché la famiglia Ferrari poteva limitarsi a cedere le quote di maggioranza. Aver chiesto un impegno all’acquirente per investire 400 mila euro di capitale nella Pistoiese è un gesto di sensibilità verso gli arancioni e mette in condizione la società di avere le risorse per fare subito mercato.
E’ difficilissimo, oggi, trovare soggetti interessati ad acquisire società di serie c. Il valore di una società va considerato in un contesto di cui fanno parte anche le presenze allo stadio, le condizioni degli impianti sportivi e il coinvolgimento della città. Parliamoci chiaro, al netto di bandoleri e soggetti interessati a speculazioni edilizie, gli unici fattori che potevano convincere qualcuno ad investire nella Pistoiese sono il rilancio di una piazza storica, il fatto di acquisire una società sana, la permanenza in serie c e la presenza di uno sponsor storico e importante come Vannucci Piante. Si tratta sicuramente di un punto di svolta nella storia della Pistoiese ma non c’erano più le condizioni ambientali per la prosecuzione della gestione Ferrari. Ognuno ha le sue opinioni su com’è andata la gestione Ferrari ma tre cose sono certe. La prima è che chiunque arriva oggi trova una società che ha continuità da diversi anni nel calcio professionistico e un’organizzazione che rende possibile fare calcio a 300 tesserati tra prima squadra, società femminile e settore giovanile. La seconda è che la famiglia Ferrari ha dimostrato con i fatti la volontà più volte espressa di cedere le quote di maggioranza della società. La terza è che l’alibi Ferrari ora non c’è più. Per nessuno.
Ho parlato con il sig. Iorio in occasione della partita con l’Olbia. Ci siamo sentiti spesso. Tiene alla Pistoiese e ha espresso il desiderio di dare una mano per rafforzare la squadra e per costruire, non da solo, qualcosa di nuovo e ambizioso. Iorio ha sempre detto che non era interessato a rilevare le quote di maggioranza, quindi, per subentrare alla gestione Ferrari ce ne sarebbero voluti altri tre o quattro di Iorio. L’occasione c’era, nella scorsa estate, per costruire una cordata anche con imprenditori del territorio ma nessuno se l’è sentita di uscire dalla propria “comfort zone”. Adesso, stante la volontà della famiglia Ferrari di cedere la maggioranza e la gestione della Pistoiese, la proposta di ingresso parziale di Iorio non era risolutiva. Questa vicenda, purtroppo, va vista anche come una sconfitta per il territorio che non è stato in grado di unirsi per acquisire la società ed assumersi la responsabilità della gestione. Tutti avremmo preferito una soluzione diversa con imprenditori del territorio. Sono certo che lo avrebbe preferito anche la famiglia Ferrari. In ogni caso persone come Iorio non vanno perse e spero che sia lui che i soci più attivi della holding possano essere coinvolti nel nuovo progetto. Se le intenzioni di tutti sono sincere sono convinto che troveranno un accordo. L’ingresso dei nuovi soci di maggioranza è l’occasione anche per una riorganizzazione della holding. Ci sono soci sempre attivi e presenti e altri che non lo sono. La holding nacque per sostenere la famiglia Ferrari nella gestione sportiva. In questi anni, pur nelle amarezze, la maggior parte dei soci ha mantenuto un profilo di lealtà e correttezza. Di sicuro era più facile unirsi al coro della rabbia e distruggere, piuttosto che costruire. E’ stato molto più difficile metterci la faccia, assumersi responsabilità, dare piuttosto che cercare di avere consensi o qualche privilegio. Per questo motivo ad alcuni soci della holding andrebbe fatto un monumento. C’è un gruppo di soci che ha sempre dato sostegno in questi anni, che è stato presente a fianco della società anche quando le cose sono andate male, che ha patito le sofferenze dell’inferno perché malato di Pistoiese come tutti i tifosi. Senza mettere bocca, mai, nella gestione sportiva. Chi mette in discussione questo gruppo di persone è un folle. Sono certo che il patrimonio di persone, idee, energie, passione e capitale rappresentato dalla parte più attiva della holding sarà utile anche per la nuova proprietà che, stando alle prime dichiarazioni, mi sembra che abbia compreso benissimo il valore di quest’esperienza. La scelta di individuare il nuovo Presidente tra i soci mi rende felice perché valorizza questo percorso e garantisce radicamento e attaccamento ai valori e al territorio.
Il mio incarico di Presidente della Holding è nato come ruolo di garanzia istituzionale in una transizione verso la vendita delle quote di maggioranza. Il mio compito, quindi, finirà con la definizione del passaggio di proprietà. Ho già svolto il ruolo di Presidente nell’anno della rinascita, ma anche allora era un ruolo istituzionale di garanzia per traghettare verso un assetto proprietario definito. Ora una nuova proprietà sembra esserci e, soprattutto, penso ci sia bisogno anche di un po’ di discontinuità. Come direbbe Forrest Gump: “sono un po’ stanchino”. Da tifoso, però, non ci si può dimettere e sarò sempre a disposizione della Pistoiese qualora ci fosse bisogno della mia passione sincera, leale, disinteressata e incondizionata.”
Il Presidente
Sig. Fabio Fondatori